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San Sebastiano

Attribuito a Vannucci Pietro detto Perugino

(Città della Pieve 1450 - Fontignano 1524)

Elencata in un inventario databile al 1633 ca. come opera del Perugino, in realtà questa tavola risulta una replica variata del celebre San Sebastiano del Louvre, quest'ultimo proveniente dalla collezione Sciarra Colonna e realizzato dall'artista intorno all'ultimo quarto del XV secolo. Impostato sull'equilibrio compositivo scandito dalla figura centrale del martire, il dipinto raffigura il noto soldato romano, qui ritratto legato ad una colonna mentre alle sue spalle, al di là dell’inquadratura architettonica, si apre un vasto paesaggio tipico della produzione del Vannucci. Come raccontato nella Passio Sancti Sebastiani, dopo essere stato denudato, Sebastiano fu bersagliato da numerose frecce da parte dei suoi stessi commilitoni che, credutolo morto, ne abbandonarono il corpo nei pressi della Cloaxa Maxima, dove fu trovato dalla matrona Irene che con cura medicò tutte le sue ferite.


Scheda tecnica

Inventario
386
Posizione
Datazione
1495 circa
Tipologia
Periodo
Materia / Tecnica
olio su tavola
Misure
cm 110 x 62
Cornice

Salvator Rosa (cm 128,5 x 82,5 x 6)

Provenienza

Roma, collezione Borghese, 1633 ca. (niventario ante 1633, Stanza IV, n. 16, Corradini 1998, p. 449; qui individuato); Roma, collezione Borghese, 1650 (Manilli 1650); Inventario 1790, Stanza X, n. 70; Inventario Fidecommissario Borghese 1833, p. 39. Acquisto dello Stato, 1902.

Mostre
  • 2002-03 Roma, Galleria Borghese;
  • 2008 Roma, Museo del Corso;
  • 2011 Forlì, Musei di San Domenico;
  • 2013-14 Parigi, Musée Jacquemart-André.
Conservazione e Diagnostica
  • 1914 Tito Venturini Papari;
  • 1954-55 Gilda Diotallevi, Alvaro Esposti;
  • 1960-61 Renato Massi (restauro della cornice);
  • 2000 Elisabetta Zatti, Elisabetta Caracciolo (indagini diagnostiche);
  • 2004 ENEA (indagini diagnostiche);
  • 2004-05 Elisabetta Zatti, Elisabetta Caracciolo (supporto).

Scheda

Questa tavola, di ignota provenienza, è documentata per la prima volta in casa Borghese a partire dal 1633 ca. ("Un quadro in tavola di san Sebastiano legato ad un arbore saettato con cornice intagliata et dorata, alto 4 1/3 largo 2 1/2, Pietro Perugino"), elencata in uno stralcio di inventario ritrovato nel 1998 da Sandro Corradini e datato dalla critica entro la prima metà degli anni Trenta del Seicento (cfr. Pierguidi 2014).

L'attribuzione al noto Maestro umbro, ripresa nel 1650 da Iacomo Manilli (Id. 1650), resiste fino al 1893 quando Adolfo Venturi, notando alcune discrepanze qualitative con un dipinto analogo del Louvre (Inv. RF957), giudicò il quadro romano un'opera di derivazione, seguito qualche anno dopo da Roberto Longhi (1928) che dal canto suo pensò che si trattasse di una copia antica dal Perugino. Ma, al di là di questi due pareri e di un timido tentennamento da parte di Paola della Pergola (Eid. 1955), la critica lo ha da sempre ritenuto un autografo del Vannucci (Williamson 1900; Broussolle 1901; Bombe 1909; Id. 1914; Canuti 1931; Camesasca 1959), pista percorsa in tempi recenti da molti insigni studiosi (Herrmann Fiore 1997; Garibaldi 2004; Fiore 2008; Zalabra 2011; Henry 2014), ad eccezione di Pietro Scarpellini (Id. 1991) che lo ritiene una copia antica da Perugino e di Federica Zalabra che, parlando di copista, avanza una datazione al 1515-20 circa (Zalabra 2011).

Come è noto, l'artista ebbe una particolare predilezione per tale soggetto, incontrando persino il favore di Giorgio Vasari che lodò un 'San Sebastiano' dipinto dall'umbro a corredo della Madonna con Bambino e santi degli Uffizi (inv. 1890, 1435), vicino per molti aspetti alla redazione in esame sia per quanto concerne la posa del martire, sia per l'apertura di un paesaggio campestre finto al di là della colonna a cui è addossato il santo (Fiore 2008). Tra le numerose versioni eseguite dal Maestro, tra le quali si segnalano l'affresco di Cerqueto e una tela parzialmente autografa del Museo de Arte di San Paolo del Brasile (Inv. MASP013), di certo la tavola del Louvre, proveniente dalla collezione Sciarra Colonna, appare quella più vicina al quadro Borghese che però si discosta dal San Sebastiano parigino per l'assenza dei motivi a grottesche sulle paraste alle spalle del soldato, per il maggior numero di frecce e per il perizoma annodato sul fianco.

Probabilmente, come ipotizzato da Louise S. Richards (Eid. 1962), seguita da Edmund P. Pillsbury (Id. 1971) e Camilla Fiore (Eid. 2008), il pittore adoperò lo stesso disegno della Madonna in trono tra santi degli Uffizi per realizzare le due versioni del santo martire di Parigi e di Roma, cartone individuato dalla studiosa con lo studio preparatorio conservato presso il Museo di Cleveland (Inv. 1958.411), eseguito entro il 1495  in tempo per dipingere la composizione fiorentina.

Per quanto concerne la datazione, invece, a partire da Ettore Camesasca (Id. 1959) la critica è concorde nel collocare la tavola Borghese subito dopo la redazione del Louvre, quest'ultima datata intorno all'ultimo quarto del XV secolo.

Antonio Iommelli




Bibliografia
  • I. Manilli, Villa Borghese fuori di Porta Pinciana, Roma 1650, p. 102;
  • G. Piancastelli, Catalogo dei quadri della Galleria Borghese, in Archivio Galleria Borghese, 1891, p. 286;
  • A. Venturi, Il Museo e la Galleria Borghese, Roma 1893, p. 187;
  • G. C. Williamson, Pietro Vannucci called Perugino, London 1900, p. 153;
  • J. C. Broussolle, La Jeunesse du Perugin et les Origines de l’Ecole Ombrienne, Paris 1901, p. 382;
  • W. Bombe, Di alcune opere del Perugino, Perugia 1909, p. 10;
  • W. Bombe, Perugino. Des Meister Gemälde, Stuttgart und Berlin 1914, pp. 31, 236;
  • T. Sillani, Pietro Vannucci detto il Perugino, Torino 1915, p. 24;
  • G. Briganti, F. Canuti, C. Ricci, IV Centenario dalla morte di Pietro Perugino, Perugia 1923, p. 24;
  • U. Gnoli, Pietro Perugino, Spoleto 1923, p. 58;
  • R. Longhi, Precisioni nelle Gallerie Italiane, I, La R. Galleria Borghese, Roma 1928, p. 215;
  • F. Canuti, Il Perugino, Siena 1931, pp. 1, 78; II, p. 109;
  • R. Van Marle, The Development of the Italian School of Painting, XIV, The Hague 1834, pp. 353, 396;
  • P. della Pergola, La Galleria Borghese. I Dipinti, I, Roma 1955, p. 93 n. 165;
  • E. Camesasca, Tutta la pittura del Perugino, Milano 1959, pp. 164-165;
  • L. S. Richards, Three early Italian Drawings, in “The Bulletin of the Cleveland Museum of Art”, XLIX, 1962, pp. 170-171;
  • P. Della Pergola, Gli Inventari Aldobrandini: l’Inventario del 1682 (II), in “Arte Antica e Moderna”, XXI, 1963, p. 77;
  • P. della Pergola, L’Inventario Borghese del 1693 (III), in “Arte Antica e Moderna”, XXX, 1965, p. 206;
  • E. Camesasca, L’Opera completa del Perugino, Milano 1969, pp. 100, 123;
  • E. P. Pillsbury, Florentine art in Cleveland Collections. Florence and the arts. Five Centuries of Patronage, Cleveland 1971, scheda n. 53;
  • P. Scarpellini, Perugino, Milano 1991, p. 312 ;
  • L. Arbace, in …di bella mano. Disegni antichi della raccolta Franchi, catalogo della mostra (Bologna, Collezioni Comunali d'Arte, 1998), a cura di S. Tumidei, Bologna 1977, p. 10;
  • K. Herrmann Fiore, Guida alla Galleria Borghese, Roma 1997, p. 67;
  • S. Corradini, Un antico inventario della quadreria del Cardinal Borghese, in Bernini scultore: la nascita del barocco in Casa Borghese, catalogo della mostra (Roma, Galleria Borghese, 1998), a cura di A. Coliva e S. Schütze, Roma 1998, p. 449, n. 16;
  • P. Scarpellini, Il collegio del Cambio in Perugia, Cinisello Balsamo 1999;
  • L. Pratesi, La Galleria Sciarra, Roma 2002, p. 106;
  • S. Tarissi de Jacobis, in Incontri, catalogo della mostra (Roma, Galleria Borghese, 2002-03), a cura di C. D'Orazio, Milano 2002, pp. 106-107;
  • F. Dufour, in La giovinezza del Perugino e le origini della Scuola Umbra, a cura di J.C. Broussolle, F. Dufour, J-K. Huysmans, Perugia 2004, pp. 380-382;
  • V. Garibaldi, Perugino, Milano 2004, p. 18;
  • C. Pedretti, Due giovin par d'etate e par d'amori, in Pietro Vannucci, il Perugino, atti del convegno (Perugia, Fondazione Orintia Carletti Bonucci, Università degli Studi di Perugia, 2004), a cura di L. Teza, Perugia 2004, pp. 22-27;
  • C. Stefani, in P. Moreno, C. Stefani, Galleria Borghese, Milano 2000, p. 228;
  • K. Herrmann Fiore, Galleria Borghese Roma scopre un tesoro. Dalla pinacoteca ai depositi un museo che non ha più segreti, San Giuliano Milanese 2006, p. 128;
  • C. Fiore, in Il '400 a Roma. La rinascita delle arti da Donatello a Perugino, catalogo della mostra (Roma, Museo del Corso, 2008), a cura di M.G. Bernardini, M. Bussagli, II, Milano 2008, p. 235, n. 158;
  • F. Zalabra, in Melozzo da Forlì. L'umana bellezza tra Piero della Francesca e Raffaello, catalogo della mostra (Forlì, Musei di San Domenico, 2011), a cura di D. Benati, M. Natale, A. Paolucci, Cinisello Balsamo 2011, p. 286 n. 76;
  • T. Henry, in Le Pérugin maître de Raphaël, catalogo della mostra (Paris, Musée JAcquemart-André, 2014-2015), a cura di V. Garibaldi, Bruxelles 2014, p. 125, cat. n. 24;
  • S. Pierguidi, 'In materia totale di pitture si rivolsero al singolar Museo Borghesiano'. La quadreria Borghese tra il palazzo di Ripetta e la villa Pinciana, in "Journal of the HIstory of Collections", XXVI, 2014, pp. 161-170.