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Ritratto maschile

Attribuito a Mansueti Giovanni

(Venezia 1485 - 1527)

Il dipinto è attestato in collezione Borghese a partire dal 1833, avvicinato inizialmente a Paolo Caliari il Veronese e assegnato infine a Giovanni Mansueti, un allievo di Giovanni Bellini attivo in laguna dal 1485. Raffigura un uomo di tre quarti, a mezza figura, rappresentato contro uno sfondo scuro. Il suo volto, incorniciato da una cuffia rossa e da un largo cappello, è definito tramite un morbido chiaroscuro, reso dal pittore con grande abilità.


Scheda tecnica

Inventario
446
Posizione
Datazione
fine XV secolo
Tipologia
Periodo
Materia / Tecnica
olio su tavola
Misure
cm 25 x 19
Cornice

Cornice ottocentesca con listelli a perline su fondo nero (cm 38,6 x 33 x 5)

Provenienza

Roma, collezione Borghese, 1833 (Inventario Fidecommissario 1833, p. 30); Acquisto dello Stato, 1902.

Conservazione e Diagnostica
  • 1907 Luigi Bartolucci (supporto);
  • 1936 Carlo Matteucci.

Scheda

Il dipinto, caratterizzato da una forte vena emotiva e psicologica, è documentato in collezione Borghese a partire dal 1833, abbinato negli elenchi fedecommissari al Ritratto di prelato (inv. 447), entrambi assegnati dall'estensore del documento a Paolo Veronese. Tale attribuzione, confermata nelle note manoscritte di Giovanni Piancastelli (1891), fu rivista da Adolfo Venturi (1893) che parlò genericamente di 'Scuola veneziana del XV secolo', pista accettata e seguita nel 1916 da Giulio Cantalamessa (Id. 1916). Lo studioso, infatti, muovendosi nel solco scavato dal collega, propose il nome di Giovanni Mansueti, artista attivo a Venezia tra il 1485 e il 1526 circa, ipotesi però scartata sia da Roberto Longhi (1928), che vi vide una qualità più alta; sia da Aldo de Rinaldis (1939), che accostò l'opera a 'un pittore di terraferma, prossimo al Marescalco'.

Con buona approssimazione, nel 1955 Paola della Pergola riesumò la proposta di Cantalamessa, riassegnando il dipinto al Mansueti, nome confermato da Bernard Berenson (1957), Fritz Heinemann (1962) e da ultimo da Kristina Herrmann Fiore (2006). Tale pista, qui condivisa, deve essere però percorsa con molta cautela risultando, infatti, il catalogo del pittore, privo di ritratti a lui riconducibili con una certa sicurezza.

Antonio Iommelli




Bibliografia
  • G. Piancastelli, Catalogo dei quadri della Galleria Borghese, in Archivio Galleria Borghese, 1891, p. 55;
  • A. Venturi, Il Museo e la Galleria Borghese, Roma 1893, p. 208;
  • G. Cantalamessa, Tre quadretti della Galleria Borghese, in “Bollettino d’Arte”, I, 1916, p. 267;
  • R. Longhi, Precisioni nelle Gallerie Italiane, I, La R. Galleria Borghese, Roma 1928, p. 221;
  • B. Berenson, Pitture Italiane del Rinascimento, Milano 1936, p. 289;
  • A. De Rinaldis, La Galleria Borghese in Roma, Roma 1939, p. 56;
  • P. della Pergola, La Galleria Borghese. I Dipinti, I, Roma 1955, p. 120, n. 215;
  • B. Berenson, Italian Pictures of the Renaissance - Venetian School, London 1957, I, p. 108;
  • F. Heinemann, Giovanni Bellini e i belliniani, Venezia 1962, I, p. 248; II, tav. 732;
  • C. Stefani, in P. Moreno, C. Stefani, Galleria Borghese, Milano 2000, p. 278;
  • K. Herrmann Fiore, Galleria Borghese Roma scopre un tesoro. Dalla pinacoteca ai depositi un museo che non ha più segreti, San Giuliano Milanese 2006, p. 145.