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Venere dormiente

Attribuito a Pennacchi Girolamo da Treviso II

(Treviso 1498 ca. - Bologna 1544)

Attribuito a Monogrammista HIRT-TV

attivo in Italia settentrionale nella prima metà del XVI secolo

La paternità del dipinto, assai controversa in passato e contesa tra Giovan Girolamo Savoldo e Girolamo da Treviso il Giovane, sembra oggi trovare risoluzione in un terzo maestro, il cosiddetto Monogrammista HIRT-TV, pittore trevigiano attivo a Bologna dal terzo decennio del Cinquecento ed esponente della corrente anticlassica che anima la pittura in Valpadana negli anni Venti del secolo. Il soggetto, sottilmente ermetico e probabilmente connesso con le incisioni della Hypnerotomachia Poliphili, rimanda alla composizione della Venere di Dresda di Giorgione; la pienezza della figura, inoltre, richiama moduli quattrocenteschi. Sullo sfondo, dalle tipiche caratteristiche venete, è una città avvolta nel fumo, probabile metafora della passione, le cui fiamme spente non paiono interessare Venere, addormentata su un candido lenzuolo adagiato sulla nuda terra.


Scheda tecnica

Inventario
030
Posizione
Datazione
1515 ca.
Tipologia
Periodo
Materia / Tecnica
olio su tela
Misure
cm 130 x 213
Provenienza

Roma, collezione Borghese, 1650 (Manilli 1650, p. 102); Inv. 1693, St. VI, n. 306; Inv. 1790, St. X, n. 64; Inventario Fidecommissario Borghese 1833, p. 20. Acquisto dello Stato, 1902.

Iscrizioni

in basso a sinistra su un cartiglio, monogramma “HIERT”

Mostre
  • 1983-1984 Londra, The Royal Academy of Arts
  • 1986 San Pietroburgo, Hermitage Museum
  • 1990 Brescia, Complesso Monumentale di S. Salvatore e S. Giulia
  • 1990 Francoforte, Schim Kunsthalle
  • 2003-2004 Stoccolma, Prins Eugens Waldemarsudde
  • 2009-2010 Tokyo, Metropolitan Art Museum
Conservazione e Diagnostica
  • 1904 Bartolucci
  • 1939 Matteucci
  • 1950 Podio; Cecconi

Scheda

Il dipinto ha avuto un percorso attributivo piuttosto travagliato. Documentato in collezione Borghese a partire dal 1650, citato da Manilli nella cosiddetta stanza della Zingara come opera di Dosso Dossi (cfr. Onori 2022, pp. 422-423, figg. 1-2), viene riferito al Pordenone nell’inventario del 1693 (Della Pergola 1964, p. 457, n. 306). Il dipinto è assegnato invece a Tiziano in quello del 1790 e nell’Inventario Fidecommissario del 1833 compare con il nome dello Scarsellino. Riprendendo un’intuizione di Venturi (1893), Longhi (1928), seguito da Berenson (1936) e più tardi da Della Pergola (1955), attribuiva l’opera a Giovan Girolamo Savoldo identificandola con la “Nuda grande distesa […] de man de Jeronimo Savoldo Bressano” vista da Marcantonio Michiel nel 1521 in casa Odoni a Venezia. A partire da Coletti (1936) la tela è stata riferita a Girolamo da Treviso il Giovane in virtù dell’identificazione della firma del pittore nell’iscrizione “HIERT” che compare in questo e in altri dipinti del maestro trevigiano, da sciogliere nella sigla Hieronimus Tarvisio. In un recente studio, tuttavia, Marco Tanzi (2024) ha rimesso in discussione questa attribuzione, proponendo di identificare l’autore del dipinto nell’ignoto Monogrammista HIR-TV, ovvero un terzo Girolamo trevigiano la cui complessa personalità, secondo quanto già intuito da Ballarin (1966) e approfondito da Mancini (2002) e dallo stesso Tanzi (2022), evoca una moltitudine di riferimenti formali tra Veneto e Lombardia. L’anonimo maestro, il cui pseudonimo deriva dall’uso che era solito fare del monogramma intrecciato HIR-TV o HIER-TV per siglare le sue opere, appare muoversi in un contesto “che vede crescere al fianco di Giorgione il cremonese Boccaccio Boccaccino e il lodigiano Giovanni Agostino, con il portato di una Milano di prima scelta, a metà tra Leonardo, Boltraffio e Bramantino” (Tanzi 2024, p. 40), dando espressione ad una cultura formatasi attraverso apporti veneti e lombardi, con esiti prossimi a quelli del Savoldo.

La Venere Borghese, collocabile verso la metà del primo decennio del Cinquecento, si lega alla tradizione giorgionesca delle “nude” distese in un paesaggio – in particolare la critica ha individuato il nesso tipologico con la figura femminile distesa che compare in un’incisione di Marcantonio Raimondi tratta da un’opera di Giorgione raffigurante l’Inferno con Enea e Anchise (Ballarin 2016, III, p. XXX, tav. IV. 172) – risentendo di elementi di matrice lombarda, evidenti nel plasticismo delle forme, nei toni lividi, nell’incarnato madreperlaceo della fanciulla distesa, nonché nell’atmosfera rarefatta e sospesa.

La tesi avanzata dallo studioso apre ad una serie di interessanti scenari anche per quel che riguarda l’identificazione della protagonista del dipinto, da sempre interpretata come Venere dormiente, che potrebbe invece derivare da un’illustrazione della celebre Hypnerotomachia Poliphili (Venezia 1499) (cfr. Tanzi 2024, p. 72, fig. 66).

In attesa di ulteriori ipotesi, il dibattito critico sull’identità dell’autore del dipinto resta aperto.

Elisa Martini




Bibliografia
  • I. Manilli, Villa Borghese fuori di Porta Pinciana, Roma 1650, p. 102
  • G. Piancastelli, Catalogo dei quadri della Galleria Borghese, in Archivio Galleria Borghese, 1891, p. 164
  • A. Venturi, Il Museo e la Galleria Borghese, Roma 1893, p. 46
  • B. Berenson, Venetian Painters of the Renaissance, New York 1894, p. 101
  • R. Longhi, Precisioni nelle Gallerie Italiane, I, La R. Galleria Borghese, Roma 1928, p. 179
  • J. Wilde, Wiedergefundene Gemälde aus der Sammlung des Erzherzogs Leopold Wilhelm, in “Jahrbuch der Kunsthistorischen Sammlungen in Wien”, 4, 1930, p. 251
  • B. Berenson, Italian Pictures of the Renaissance, Oxford 1932, p. 128
  • W. Suida, Tizian-Ausstellung in Venedig, in “Pantheon”, 16, 1935, p. 511
  • B. Berenson, Pitture Italiane del Rinascimento: catalogo dei principali artisti e delle loro opere con un indice dei luoghi, trad. di E. Cecchi, Milano 1936, p. 442
  • R. von Liphart-Rathshoff, Girolamo da Treviso, Die schlafende Venus: Galleria Borghese Rom, in “Zeitschrift für Kunstgeschichte”, 5, 1936, pp. 240-245
  • L. Coletti, Gerolamo da Treviso il Giovane, in “Critica d’arte”, 1, 1936, pp. 172-180
  • A. De Rinaldis, Catalogo della Galleria Borghese in Roma, Roma 1948, pp. 20-21
  • G. Fiocco, Un Gerolamo da Treviso il Giovane a Balduina, in “Arte Veneta”, 3, 1949, pp. 160-161
  • P. della Pergola, Itinerario della Galleria Borghese, Roma 1951, p. 17
  • P. della Pergola, La Galleria Borghese. I Dipinti, I, Roma 1955, pp. 126-127, n. 229, tav. 229
  • L. Baldass, Tizian im Banne Giorgiones, in “Jahrbuch der Kunsthistorischen Sammlungen in Wien”, 17, 1957, p. 131, nota 49
  • F. Zava Boccazzi, Tracce per Gerolamo da Treviso il Giovane in alcune xilografie di Francesco de Nanto, in “Arte Veneta”, 12, 1958(1959), pp. 70-78
  • A. Boschetto, Giovan Gerolamo Savoldo, Milano 1963, pp. 30-33, tavv. 1-4
  • P. della Pergola, L’Inventario Borghese del 1693 (II), in “Arte Antica e Moderna”, XXVIII, 1964, p. 457, n. 306
  • A. Ballarin, Gerolamo Savoldo (I maestri del colore, 116), Milano 1966, pp. 18-19
  • R. Longhi, Edizione delle opere complete. II. Saggi e ricerche 1925-1928, 2 voll., Firenze 1967, I, pp. 277-279, tav. 241, p. 333, n. 30
  • A. Tempestini, Contributo a Girolamo da Treviso il giovane, in “Musei ferraresi”, 13/14, 1983-1984, pp. 111-113
  • G. Dillon, in The genius of Venice: 1500 – 1600, catalogo della mostra (London, Royal Academy of Arts, 25 novembre 1983 - 11 marzo 1984), a cura di J. Martineau, C. Hope, London 1983, pp. 172-173, n. 40, fig. a p. 77
  • A. Tempestini, Un “Cristo al Limbo” di Girolamo da Treviso il giovane (1498 - 1544), in “Antichità viva”, 28, 1989, 2/3, pp. 15-18
  • S. Ebert-Schifferer, in Giovanni Gerolamo Savoldo tra Foppa, Giorgione e Caravaggio, catalogo della mostra (Brescia, Monastero di Santa Giulia, 3 marzo - 31 maggio 1990; Francoforte, Schirn Kunsthalle, 8 giugno - 3 settembre 1990), a cura di B. Passamani, Milano 1990, pp. 282-283, n. IV.23a
  • A. Coliva, Galleria Borghese, Roma 1994, pp. 60-61
  • M. Lucco, Tre schede per Lorenzo Lotto, in Hommage à Michel Laclotte: études sur la peinture du Moyen Âge et de la Renaissance, a cura di P. Rosenberg, Milano 1994, p. 364
  • G. Sassu, in La pittura nel Veneto. Il Cinquecento, III, Milano 1999, pp. 61-62
  • A. Serafini, Girolamo da Treviso, il Giovane, in Dizionario Biografico degli Italiani, 56, 2001 https://www.treccani.it/enciclopedia/girolamo-da-treviso-il-giovane_(Dizionario-Biografico)/
  • V. Mancini, in Il Cinquecento a Bologna: disegni dal Louvre e dipinti a confronto, catalogo della mostra (Bologna, Pinacoteca Nazionale e Sale delle Belle Arti, 18 maggio - 18 agosto 2002), a cura di M. Faietti, Milano 2002, pp. 181-183
  • M. Hochmann, in Splendeur de Venise, 1500 - 1600: peintures et dessins des collections publiques françaises, catalogo della mostra (Bordeaux, Musée des Beaux-Arts de Bordeaux, 14 dicembre 2005-19 marzo 2006; Musée des Beaux-Arts de Caen, 1 aprile-3 luglio 2006), a cura di O. Le Bihan, P. Ramade, M. Laclotte, Paris 2005, pp. 232-233, n. 103
  • K. Herrmann Fiore, Museo e Galleria Borghese. Roma scopre un tesoro. Dalla pinacoteca ai depositi un museo che non ha più segreti, San Giuliano Milanese 2006, p. 16
  • M.B. Savy, Un pic-nic in Egitto del terzo Girolamo, in Il cielo, o qualcosa di più: scritti per Adriano Mariuz, a cura di E. Siccomani, Cittadella (PD) 2007, pp. 78-79, 82
  • P. Ervas, Girolamo da Treviso, Saonara (PD) 2014, pp. 80-81, n. 6
  • M. Tanzi, La Nuda dormiente: problemi di anticlassicismo padano (collana di studi della Galleria Borghese), Roma 2024
  • A. Ballarin, Giorgione e l’umanesimo veneziano, 7 voll., Verona 2016, III, p. XXX, tav. IV. 72
  • M. Tanzi, Una proposta per il Monogrammista HIR-TV, in “Ricerche di storia dell’arte”, 136, 2022, pp. 16-30
  • M. Onori, La stanza del Claviorgano della Villa Pinciana: il cardinale Scipione Borghese e l’Allegoria della musica di Dosso Dossi, in Mostrare il sapere: collezioni scientifiche, studioli e raccolte d’arte a Roma in età moderna, a cura di M.C. Cola, Città del Vaticano 2022, pp. 421-430