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Tobiolo e l'Angelo

Foschi Pier Francesco

(Firenze 1502 - 1567)

L’opera proviene dalla ricca quadreria di Olimpia Aldobrandini. Raffigura la storia veterotestamentaria di Tobiolo che, partito per riscuotere un credito su ordine del padre, fu guidato dall’arcangelo Raffaele. Il ragazzo, elegantemente abbigliato, è qui ritratto insieme al suo celeste accompagnatore, con al fianco un cane, simbolo di fedeltà, mentre esibisce un grosso pesce, il cui fiele fu usato dal giovane per curare la cecità dell’anziano genitore. Questo soggetto, particolarmente in voga nel Rinascimento, ebbe larga fortuna tra i pellegrini, interpretato come una sorta di talismano conto i rischi del viaggio.


Scheda tecnica

Inventario
173
Posizione
Datazione
1545 ca.
Tipologia
Periodo
Materia / Tecnica
tempera su tavola
Misure
cm 80 x 50
Cornice

Cornice cinquecentesca con arabesche in fondo scuro (cm 94 x 72,5 x 6,4)

Provenienza

Roma, collezione Olimpia Aldobrandini, 1682 (Inv. Aldobrandini 1682; Della Pergola 1955); Inv. 1693, St. II, n. 56; Inv. 1790, St. I, n. 4; Inventario Fidecommissario 1833, p. 40; Acquisto dello Stato, 1902.

Mostre
  • 2010 - Illegio, Casa delle Esposizioni
Conservazione e Diagnostica
  • 1906 - Luigi Bartolucci;
  • 1913 - Lorenzo Cecconi Principi;
  • 1947 - Carlo Matteucci;
  • 1972 - Oddo Verdinelli;
  • 1976 - Gianluigi Colalucci (restauro della cornice).

Scheda

L'opera proviene dall'eredità di Olimpia Aldobrandini, così descritta nell'inventario del 1682: "Un quadro in Tavola con Tobia e l'Angelo alto p[al]mi tre e tre quarti con cornice dorata di filippo Fiorentino [...]" (Inv. 1682). Confusa nei documenti borghesiani con il dipinto con analogo soggetto di Raffaellino da Reggio (Inv. 1693; Inventario Fidecommissario 1833), la tavola fu debitamente elencata nel 1891 da Giovanni Piancastelli (Id. 1891), catalogata dallo studioso come 'Scuola fiorentina'. Variamente avvicinata all'ambito di Andrea del Sarto (Venturi 1893), del Bronzino (Voss 1920) e del Pontormo (Berenson 1938), fu da Roberto Longhi (1928) attribuita al pittore fiorentino Pier Francesco Foschi - in passato chiamato Toschi (Sanminiatelli 1957) - parere condiviso dai suoi colleghi (Della Pergola 1959) e da tutta la critica successiva (cfr. Coliva 1994; Stefani 2000; Hermann Fiore 2006; Trastulli 2010). Muovendosi nel solco tracciato da Longhi, nel 1957 Pouncey (Id. 1957) mise in rapporto la silhouette di Tobiolo con una figura simile ma speculare visibile in un disegno con Crocifissione e santi (Oxford, Ashmolean Museum) datato 1545; mentre nel 1968 Parronchi (Id. 1968) riconobbe lo stesso personaggio in una Incredulità di San Tommaso sempre del Foschi (Firenze, coll. privata).

Per quanto concerne la datazione, secondo Roberto Longhi (Id. 1959) il dipinto fu eseguito intorno al 1545, ipotesi accettata unanimemente dagli studiosi (Della Pergola 1959; Hermann Fiore 2006; Trastulli 2010) che al contempo hanno colto nella composizione alcune aperture del pittore nei confronti della pittura fiamminga e dello stile del Bachiacca (Pinelli 1997; Trastulli 2010). Come recentemente notato da Federico Trastulli (Id. 2010), qui l'artista gioca con le cromie della tavolozza, alternando tinte scure a colori chiari, un espediente utile a dilatare i volumi e a far risaltare le figure.

Versioni analoghe a questo dipinto si conservano alla Galleria Pitti di Firenze (inv. 292), alla Corsini (Firenze, inv. 113) e alla Public Library di New York.

Antonio Iommelli




Bibliografia
  • G. Piancastelli, Catalogo dei quadri della Galleria Borghese, in Archivio Galleria Borghese, 1891, p. 103;
  • A. Venturi, Il Museo e la Galleria Borghese, Roma 1893, p. 112;
  • H. Haberfeld, Piero di Cosimo, Inaugural-Dissertation, Breslau 1900, p. 75;
  • B. Berenson, The Central Italian Painters of the Renaissance, New York 1905, p. 137;
  • F. Goldschmidt, Pontormo, Rosso e Bronzino. Ein Versuch zur Geschichte der Raumdarstellung mit einem Jndex ihrer Figurenkompositionen, Leipzig 1911, p. 55;
  • J. M. Clapp, Jacopo Carucci da Pontormo, His Life and Work, with a Foreword by Frank Jewett Mather Jr., New Haven 1916, pp. 230-231;
  • H. Voss, Die Molerei der Spätrenaissance in Rom und Florenz, Berlin 1920, p. 208;
  • R. Longhi, Precisioni nelle Gallerie Italiane, I, La R. Galleria Borghese, Roma 1928, p. 194;
  • A. Mc Comb, Angelo Bronzino, his Life and Works, Cambridge 1928, p. 120;
  • B. Berenson, The Drawings of the Florentine Painters, Chicago 1938, p. 176;
  • O. H. Giglioli, Affreschi inediti di Pier Francesco Foschi, in “Bollettino d'Arte”, XXXII, 1938-1939, pp. 25-31
  • B. Berenson, The Drawings of the Florentine Painters, Chicago 1938, p. 176;
  • P. della Pergola, La Galleria Borghese in Roma, Roma 1951, p. 25;
  • R. Longhi, Avvio a Pier Francesco Foschi, in “Paragone”, XLIII, 1953, p. 54;
  • M. Pouncey, Five Drawings by Pierfrancesco di Jacopo di Domenico Toschi, in “The Burlington Magazine”, XCIX, 1957, p. 159;
  • D. Sanminiatelli, Foschi e non Toschi, in "Paragone", VIII, 1957, pp. 55-57;
  • P. della Pergola, La Galleria Borghese. I Dipinti, II, Roma 1959, p. 25, n. 26;
  • A. Pinelli, Pier Francesco di Jacopo Foschi, in “Gazette des Beaux Arts”, LXIX, 1967, pp. 87-108, pp. 87-108;
  • A. Parronchi, Due appunti sul Foschi, in “Antichità viva”, VII, 1968, pp. 3, 10;
  • A. Coliva, a cura di, La Galleria Borghese, Roma 1994, p. 83;
  • R. Nuccetelli, Foschi Pier Francesco, in Dizionario Biografico degli Italiani, XLIX, 1997, pp. 439-442;
  • C. Stefani, in P. Moreno, C. Stefani, Galleria Borghese, Milano 2000, p. 239;
  • A. Nave, Una proposta di identificazione per il Giallo Fiorentino: Pier Francesco di Jacopo Foschi, in "Notizie da Palazzo Albeni", XXX-XXXI, 2001-2002, pp. 117-138;
  • K. Herrmann Fiore, Galleria Borghese Roma scopre un tesoro. Dalla pinacoteca ai depositi un museo che non ha più segreti, San Giuliano Milanese 2006, p. 61;
  • F. Trastulli, in Angeli. Volti dell’invisibile, catalogo della mostra (Illegio, Casa delle Esposizioni, 2010), a cura di A. Geretti, S. Castri, Torino 2010, p. 186, n. 8.