Un dipinto di tale soggetto risulta presente nella raccolta Borghese fin dal 1693, dove viene ricordato come opera di Tiziano. Le ridipinture successive e la maniera grossolana della fattura e della stesura pittorica hanno permesso di attribuire la tela alla mano di un anonimo pittore fin dall'inventario del fidecommisso nel 1833. Riportato comunque alla scuola veneziana, è stato notato da Longhi nel 1928 il suo totale rifacimento nell'Ottocento. Recentemente il dipinto è stato riferito a Giovanni Piancastelli, primo direttore della Galleria Borghese (1902), oltre che pittore.