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Allegoria mitologica

Luteri Giovanni detto Dosso Dossi

(Tramuschio? 1487 ca - Ferrara 1542)

Il dipinto faceva probabilmente parte del nucleo di opere inviate da Enzo Bentivoglio al cardinale Scipione Borghese nel 1608. Il soggetto rappresentato, già indicato come Diana e Callisto, è stato poi identificato come Venere scopre la bellezza di Psiche. L'opera, ritenuta spesso frutto di collaborazione con il fratello Battista Dossi, viene oggi ricondotta in modo sostanziale alla mano di Dosso per l'alta qualità del paesaggio e per lo splendido nudo in primo piano, per i quali sono chiari i riferimenti alle correnti classiciste romane, riscontrabili nella rielaborazione offerta da Giulio Romano nella decorazione di Palazzo Te a Mantova.


Scheda tecnica

Inventario
304
Posizione
Datazione
1529 circa
Tipologia
Periodo
Materia / Tecnica
olio su tela
Misure
cm 112 x 141,5
Provenienza

Collezione Borghese, Inv. 1620-1630, n. 203; Manilli 1650, p. 104; Inv. 1693, st. VI, n. 339; Inv. 1790, st. VI, n. 26; Inv. fidecommissario Borghese 1833, p. 21. Acquisto dello Stato, 1902.

Mostre
  • 1980, Tokyo
  • 1985, Roma, Palazzo Venezia
  • 1992, Canberra, National Gallery of Australia - Melburne, National Gallery of Victoria
  • 1998-1999, Ferrara, Palazzo dei Diamanti – New York, Metropolitan - Los Angeles, P. Getty Museum
  • 2004, Pesaro, Palazzo Ducale
  • 2012, Roma, Castel Sant'Angelo
  • 2014, Trento, Castello del Buon Consiglio
  • 2017, La Spezia, Museo Amedeo Lia
Conservazione e Diagnostica
  • 1936, Augusto Cecconi Principe
  • 1972, Oddo Verdinelli
  • 1995 Emmebici (indagini diagnostiche)
  • 1998, Donatella Zari e Carlo Giantomassi
  • 2021 ArsMensurae di Stefano Ridolfi (indagini diagnostiche)
  • 2021 IFAC-CNR (indagini diagnostiche)
  • 2022 Measure3D di Danilo Salzano (laser scan 3D)

Scheda

L’opera appartiene quasi sicuramente al primo nucleo di dipinti giunti nella collezione del cardinal Scipione grazie alla mediazione di Enzo Bentivoglio. È possibile, infatti, riconoscerlo già nell’inventario Borghese degli anni Trenta del Seicento, in cui compare «Un quadro di una Venere con doi donne cornice negra et oro, alto 4 largo 5 1/3 Dossi», seguito poi dalla descrizione del Manilli, che nella stanza del Centauro del Casino di Porta Pinciana riconosce «Sopra la porta della loggia scoperta, la Venere che dorme con due ninfe in piedi, è dei Dossi» (Manilli 1650).

Fin da queste prime testimonianze appare chiaro che il soggetto del dipinto non risulta facilmente comprensibile: la scena, infatti, è dominata da una donna nuda sdraiata su un drappo giallo coronata d’alloro a cingerle il capo – altre due serti si trovano davanti a lei in primo piano – e tutelata da un’anziana dagli abiti poveri e laceri affiancata da una giovane vestita di verde, bianco e rosso – colori della divisa estense – la quale con la destra indica il cielo e con la sinistra armeggia con un’anfora bronzea luccicante. Tale composizione ebbe una notevole fortuna, data la presenza di una copia dell’opera in controparte realizzata dal Garofalo, oggi irrintracciabile (Ciammitti 1998).

Diversi gli studi che hanno tentato di decriptare il reale soggetto del dipinto: dopo le citazioni inventariali, gli storici dell’arte hanno ricondotto il dipinto a tematiche ariostesche (Zwanziger 1911), al mito di Pandora (Mendelsohn 1914), alla trasformazione ovidiana di Siringa (Gibbons 1968), alla vedovanza di Canete (Calvesi 1968; Coliva 1998), alle vicende di Semele (Kilpatrick 2004) e alla rilettura del mito di Psiche sulla base di Apuleio (Herrmann Fiore 2002) o dell’Hypnerotomachia Poliphili di Francesco Colonna (Pastore 2008). Sorprende molto come una raffigurazione così enigmatica abbia riscosso un significativo successo, anche se probabilmente tutte le ipotesi esposte cadono davanti all’evidenza di quella che deve essere letta come una delle testimonianze della genialità di Dosso nel riassumere una narrazione letteraria complessa in un’immagine sintetica, ai limiti dell’emblematica, oppure di compendiare una storia articolata in un unico fotogramma (Farinella 2014).

Il dipinto Borghese, per composizione e per tematica apparentemente contigua, è da avvicinare all’altra Allegoria Mitologica dossesca conservata presso il Getty Museum di Los Angeles (inv. 83.PA.15). Così come ipotizzato da Vincenzo Farinella (2014), le due opere, probabilmente destinate a Laura Dianti, rappresenterebbero il percorso sentimentale di Psiche, in cui si sarebbe dovuta immedesimare la compagna di Alfonso I, innamorata di un dio e che raggiungerà la consacrazione dei propri sforzi con l’effettiva unione con Cupido dopo una serie di difficilissime prove da superare.

La scena notturna caratterizzata da una «regia sommamente artificiosa delle luci» (Ballarin 1994-1995) è uno dei segnali di commistione tra l’assimilazione della maniera pittorica di Giulio Romano nella decorazione della Sala di Psiche nel Palazzo Ducale di Mantova e i rinnovamenti ultramontani importati da pittori fiamminghi come Patinir o dai decoratori del refettorio del Magno Palazzo di Trento (Farinella 2014).

Lara Scanu




Bibliografia
  • I. Manilli, Villa Borghese fuori di Porta Pinciana, Roma 1650, p. 104
  • G. Morelli, Kunstkritische Studien über italienische Malerei. Die Galerien zu München und Dresden, Leipzig 1890 (ed. 1892), p. 215
  • A. Venturi, Il Museo e la Galleria Borghese, Roma 1893, p. 154
  • R. H. Benson, Introduction, in Exhibition of Pictures, Drawings and Photographs of Works of the School of Ferrara-Bologna, 1440-1550, also of Members of the Houses of Este and Bentivoglio, catalogo della mostra a cura di R. H. Benson, London 1894, p. 51
  • G. Gruyer, L’art Ferrarais a l’époque des Princes d’Este, II, Parigi 1897, p. 286
  • B. Berenson, The North Italian Painters of the Renaissance, New York-London 1907, p. 210
  • L. Venturi, Note sulla Galleria Borghese, «L’Arte», XII, 1909, pp. 33-34
  • W. C. Zwanzinger, Dosso Dossi mit besonderer berucksichtigung seines Künst lerischen verältnisses zu seinem bruder Battista, Leipzig 1911, pp. 64-65, 117
  • L. Venturi, Giorgione e il giorgionismo, Milano 1913, pp. 195-196
  • H. Mendelsohn, Das Werk der Dossi, München 1914, pp. 37, 137-140
  • G. Cantalamessa, Davide, Saul o Astolfo, «Bollettino d’Arte», II, 1922, pp. 42-43
  • R. Longhi, Precisioni nelle gallerie italiane. Galleria Borghese, Roma 1928, p. 205
  • A. Venturi, Storia dell’Arte Italiana. La pittura del Cinquecento, IX, 3, Milano 1928, p. 958
  • B. Berenson, Italian Pictures of Renaissance. A list of the Principal Artist and their Works with an Index of Places, Oxford 1932, p. 175
  • R. Buscaroli, La pittura di paesaggio in Italia, Bologna 1935, p. 215
  • B. Berenson, Pitture italiane del Rinascimento: catalogo dei principali artisti e delle loro opere con un indice dei luoghi, Milano 1936, p. 151
  • R. Longhi, Ampliamenti nell’Officina Ferrarese, «La Critica d’Arte», V, 1940, p. 31, 33-34 n. 41
  • A. De Rinaldis, Catalogo della Galleria Borghese, Roma 1948, p. 83
  • W. E. Suida, Lucrezia Borgia, «Gazzette des Beaux-Arts», VI, 35, 1949, p. 284
  • P. Della Pergola, La Galleria Borghese. I Dipinti, I, Roma 1955, n. 37
  • P. Della Pergola, L’inventario Borghese del 1693, «Arte Antica e Moderna», 28, 1964, p. 459 n. 339
  • A. Mezzetti, Il Dosso e Battista ferraresi, Ferrara 1965, pp. 45-47, 113 n. 164
  • L. Puppi, Dosso Dossi, Milano 1965
  • B. Berenson, Italian Pictures of the Renaissance. Central Italian and North Italian Schools, I, London 1968, pp. 113, 115
  • F. Gibbons, Dosso and Battista Dossi Court Painters at Ferrara, Princeton 1968, pp. 89-92, 97, 113, 132, 247, n. 132
  • M. Calvesi, Recensione a Felton Gibbons, Dosso and Battista Dossi Court Painters at Ferrara, «Storia dell’Arte», 1-2, 1969, pp. 169-175
  • F. Negri Arnoldi, Il Cinquecento, in Storia dell’Arte Italiana, Milano 1969, p. 153
  • Paesaggio con figura. 57 dipinti della Galleria Borghese esposti temporaneamente a Palazzo Venezia, catalogo della mostra (Roma, Palazzo Venezia, 30 luglio-30 settembre 1985), Roma 1985, n. 5
  • A. Ballarin, Giovanni de Lutero dit Dosso Dossi, in Le siecle de Titien: l’âge d’or de la peinture a Venise, catalogo della mostra (Parigi, Grand Palais 9 marzo - 14 giugno 1993) a cura di G. Fage, Parigi 1993, pp. 472-474
  • A. Coliva, Galleria Borghese, Roma 1994, pp. 112, 118-119
  • C. Del Bravo, L’Equicola e il Dosso, «Artibus et Historiae», 30, 1994, p. 79
  • A. Ballarin, Dosso Dossi. La pittura a Ferrara negli anni del Ducato di Alfonso I, Cittadella (PD) 1994-1995, pp. 101-107
  • V. Romani, in A. Ballarin, Dosso Dossi. La pittura a Ferrara negli anni del Ducato di Alfonso I, Cittadella (PD) 1994-1995, scheda 454, p. 349
  • K. Herrmann Fiore, Guida alla Galleria Borghese, Roma 1998, p. 97
  • P. Humfrey, in Dosso Dossi. Pittore di corte a Ferrara nel Rinascimento, catalogo della mostra (Ferrara, Civiche Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea, 26 settembre – 14 dicembre 1998; New York, The Metropolitan Museum of Art, 14 gennaio – 28 marzo 1999; Los Angeles, The J. Paul Getty Museum 27 aprile – 11 luglio 1999) a cura di P. Humphrey e M. Lucco, Ferrara 1998, pp. 209-212, scheda 39
  • C. Stefani, in Galleria Borghese, a cura di P. Moreno e C. Stefani, Milano 2000, p. 324
  • K. Herrmann Fiore, in Il museo senza confini. Dipinti ferraresi del Rinascimento nelle raccolte romane, a cura di J. Bentini e S. Guarino, Milano 2002, pp. 150-153, scheda 14
  • R. Kilpatrick, Death by Fire. Ovidian and Other inventions in Two Mythological Paintings of Dosso Dossi (1486-1534), «Memoirs of the American Academy in Rome», 49, 2004 (2005), pp. 131-135
  • E. Fumagalli, Sul collezionismo di dipinti ferraresi a Roma nel Seicento: riflessioni e aggiunte, in Dosso Dossi. La pittura a Ferrara negli anni del ducato di Alfonso I, a cura di A. Ballarin, A. Pattanaro, Cittadella (PD) 2007, p. 174
  • V. Romani, Sui disegni dei due Dossi, in Dosso Dossi. La pittura a Ferrara negli anni del ducato di Alfonso I, a cura di A. Ballarin, A. Pattanaro, Cittadella (PD) 2007, pp. 23-24
  • G. Fiorenza, Dosso Dossi. Paintings of Myth, Magic and the Antique, University Park 2008, pp. 88, 96-98
  • R. Pastore, L’ "Allegoria con Pan" di Dosso Dossi al Getty Museum: dal "furor erotico" al "purus amor" nel segno di Polifilo, «Polittico», 5, 2008, pp. 48-49
  • E. Capretti, in Il sogno nel Rinascimento, catalogo della mostra (Firenze, Galleria Palatina, 2013) a cura di C. Rabbi Bernard, A. Cecchi, Y. Hersant, Livorno 2013, p. 78
  • V. Farinella, scheda 43, in Dosso Dossi: Rinascimenti eccentrici al Castello del Buonconsiglio, catalogo della mostra (Trento, Castello del Buonconsiglio, 12 luglio - 2 novembre 2014), a cura di V. Farinella, Cinisello Balsamo 2014, pp. 190-193