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La tavola, con ogni probabilità acquisita direttamente dal cardinal Scipione Borghese e riferibile al primo decennio, appartiene stilisticamente al gruppo di opere del Mazzolino dove appare evidente l'iniziale influsso di Giorgione.
Inventario 1630 ca., n. 238; Inventario 1693, Stanza IV, n. 208; Inventario Fidecommissario Borghese 1833, p. 27 n. 31
Mostre
1933, Ferrara, Palazzo dei Diamanti
Conservazione e Diagnostica
1903-1904, Luigi Bartolucci
1947, Carlo Matteucci
1992, Istituto Centrale del Restauro
2019, Fabiola Jatta
2020, Measure3D (indagini diagnostiche)
2020, Erredicci (indagini diagnostiche)
2021, ArsMensurae (indagini diagnostiche)
2021, IFAC (Istituto di Fisica Applicata del CNR di Firenze) (indagini diagnostiche)
Scheda
In un paesaggio veneteggiante, di chiara ascendenza giorgionesca, si trovano immersi, partendo da sinistra, san Giuseppe, che si trova in piedi alle spalle della Vergine inginocchiata, il piccolo Gesù, raffigurato come un neonato ma già seduto e in grado di comunicare con una gestualità adulta, e un pastore, anch’egli genuflesso e accompagnato da un cane davanti al quale si trovano due sacchetti.
La tavola è rintracciabile per la prima volta in collezione Borghese nell’inventario redatto negli anni Trenta del Seicento, dove viene registrato «Un quadro la Madonna che adora il figliolo, S. Gioseppe et un pellegrino cornice d’ebano, alto 1 2/3 largo 2. Girolamo da Carpi»; l’erronea attribuzione muta nell’ascrizione ad un artista incerto nell’inventario del 1693, nuovamente cambiata nel 1833 in una più generica scuola veneziana. Sarà poi il Piancastelli (1891), su suggerimento di Morelli, a riportare il dipinto alla giusta paternità.
Questa composizione, per il suo forte elemento naturalistico e per l’organizzazione spaziale molto vicina alla Natività Allendale di Giorgione (1505 circa, Washington, National Gallery of Art, inv. 1939.1.289), concentra al suo interno tutte le esperienze maturate da pittori come Lotto e Boccaccino (Ballarin 1991), con una particolare predilezione all’inserimento di dettagli altamente significativi, come nel caso del cane a destra che sembra essere una citazione dell’animale presente al fianco del duca Borso nel registro inferiore di Aprile, realizzato da Francesco del Cossa nel Salone dei Mesi in Palazzo Schifanoia a Ferrara.
Proprio le ascendenze identificate, insieme ad un viaggio a Venezia entro il primo decennio del secolo (Zamboni 1968), consentono di datare l’opera intorno al primo decennio del XVI secolo.
R. H. Benson, Exhibition of Pictures, Drawings and Photographs of Works of the School of Ferrara-Bologna, 1440-1550, also of Members of the Houses of Este and Bentivoglio, catalogo della mostra a cura di R. H. Benson, London 1894, n. 42
R. Longhi, Precisioni nelle gallerie italiane. Galleria Borghese, Roma 1928, n. 247
N. Barbantini, Esposizione della pittura ferrarese del Rinascimento, catalogo della mostra (Ferrara, Palazzo dei Diamanti, maggio-ottobre 1933), Venezia1933, n. 162
F. Bologna, Un presepe giovanile del Garofalo, «Paragone», VI, 63, 1955, pp. 27-31
P. Della Pergola, La Galleria Borghese. I Dipinti, I, Roma 1955, pp. 55-56, n. 92
R. Longhi, Nuovi ampliamenti (1940-1955), in Opere complete di Roberto Longhi, V, Firenze1956, p. 118
S. Zamboni, Ludovico Mazzolino, Ferrara 1968, n. 54 p. 13
E. Waterhouse, Mazzolino & Co., in Da Borso a Cesare d’Este. La scuola di Ferrara 1450-1628, catalogo della mostra, Londra 1984, Ferrara 1985, pp. 159-164
F. Moro, Giovanni Agostino da Lodi ovvero l’Agostino di Bramantino: appunti per un unico percorso, «Paragone», XI, 473, 1989, pp. 56-57 n. 70
A. Coliva, Galleria Borghese, Roma 1994, p. 124 n. 62
A. Ballarin, Attorno a Giorgione l’anno 1500: Boccaccio Boccaccino, in Dosso Dossi. La pittura a Ferrara negli anni del Ducato di Alfonso I, Cittadella (PD) 1994-1995, I, pp. 3-21
V. Romani, in A. Ballarin, Dosso Dossi. La pittura a Ferrara negli anni del Ducato di Alfonso I, Cittadella (PD) 1994-1995, I, scheda 126
C. Stefani, in Galleria Borghese, a cura di P. Moreno e C. Stefani, Milano 2000, p. 263
S. Tarissi de Jacobis, in Il museo senza confini. Dipinti ferraresi del Rinascimento nelle raccolte romane, a cura di J. Bentini e S. Guarino, Milano2002, pp. 190-191, scheda 36
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