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Sacra Famiglia e Santi

Licinio Bernardino

(Venezia 1485 - post 1549)

Questa Sacra Conversazione, tema particolarmente diffuso nell'ambito veneto-lombardo, è trattata secondo lo stile elegante e pacato tipico di Bernardino Licinio. A partire da sinistra si riconoscono Girolamo, Caterina d'Alessandria, il piccolo Giovanni Battista, Gesù, Giuseppe e la Vergine Maria la cui naturalezza espressiva, insieme a quella della martire alessandrina, ha indotto la critica a ritenere questi due volti dei veri e propri ritratti. Le figure di Girolamo e di Giuseppe, invece, influenzate da modelli stilistici tosco-romani, suggeriscono di datare l'opera al 1540 circa.


Scheda tecnica

Inventario
171
Posizione
Datazione
1540 circa
Tipologia
Periodo
Materia / Tecnica
olio su tela
Misure
cm 115 x 174
Provenienza

Roma, collezione Borghese, 1693 (Inv. 1693, St. VII, n. 24; Della Pergola 1955); Inventario Fidecommissario 1833, p. 22; Acquisto dello Stato, 1902.


Scheda

"Un quadro grande, la Madonna, il Bambino, San Giuseppe, San Giovannino, a cavallo su una pecora, tre altre figure, che tengono un libro in mano in tela del N. 318 cornice dorata con riporti intagliati di Paolo Veronese" (Inv. 1693; cfr. Della Pergola 1955; Eid. 1964). Così questo dipinto, dalla provenienza ignota, è elencato nell'inventario dei beni del 1693 di casa Borghese, attribuito in tale occasione al veronese Paolo Caliari, nome debitamente rivisto nel 1833 dall'estensore del Fidecommisso dove la tela viene invece inventariata come opera di 'Scuola veneziana' (Inv. Fid. 1833).

A sottrarre questo quadro dall'anonimato fu Adolfo Venturi che nel 1893 parlò di Polidoro Lanzani, seguito poco dopo da Giovanni Morelli (Id. 1897) che più convincentemente lo riferì a Bernardino Licinio. Tale parere, accolto positivamente da tutta la critica successiva (Modigliani 1903; Longhi 1928; Berenson 1936), fu infine accettato anche dal Venturi (in Storia dell'arte italiana 1928), e così da Paola della Pergola e più di recente da Luisa Vertova (in Pittori bergamaschi 1975) e da Kristina Herrmann Fiore (2006).

Il dipinto, raffigurante una Sacra Conversazione, mostra effettivamente quello stile elegante e pacato proprio del pittore veneziano, in linea con quanto da questi prodotto intorno agli anni Quaranta del Cinquecento quando, allentatasi quella tensione fortemente tizianesca, l'artista guardò alla coeva produzione tosco-romana, qui evidente secondo Luisa Vertova (in I pittori bergamaschi 1975) soprattutto nella realizzazione manieristica di Girolamo. Secondo la studiosa (Ivi), inoltre, nel volto di Caterina d'Alessandria, studiato dal vero come quello della Vergine, è forse possibile scorgere il ritratto della donatrice.

Antonio Iommelli




Bibliografia
  • G. Piancastelli, Catalogo dei quadri della Galleria Borghese, in Archivio Galleria Borghese, 1891, p. 72;
  • A. Venturi, Il Museo e la Galleria Borghese, Roma 1893, p. 111;
  • G. Morelli, Della Pittura Italiana. Studi Storici Critici: Le Gallerie Borghese e Doria Pamphili in Roma, Milano 1897, p. 247;
  • E. Modigliani, La cosiddetta “Famiglia di Bernardino Licinio” alla Galleria Borghese, in “L’Arte”, VI, 1903, p. 381;
  • R. Longhi, Precisioni nelle Gallerie Italiane, I, La R. Galleria Borghese, Roma 1928, p. 194;
  • A. Venturi, Storia dell'arte italiana, IX, La pittura del Cinquecento, Milano 1928, p. 482;
  • B. Berenson, Pitture Italiane del Rinascimento, Milano 1936, p. 243;
  • P. della Pergola, La Galleria Borghese. I Dipinti, I, Roma 1955, p. 116, n. 208;
  • B. Berenson, Italian Pictures of the Renaissance. Venetian School, London 1958, p. 98;
  • P. della Pergola, L’Inventario Borghese del 1693 (II), in “Arte Antica e Moderna”, XXVIII, 1964, p. 452;
  • L. Vertova, Licinio, Bernardino in I pittori bergamaschi dal XIII al XIX secolo, I, Il Cinquecento, Bergamo 1975, p. 430;
  • K. Herrmann Fiore, Galleria Borghese Roma scopre un tesoro. Dalla pinacoteca ai depositi un museo che non ha più segreti, San Giuliano Milanese 2006, p. 61.