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Ritratto di Donna

Maniera di Pippi Giulio detto Giulio Romano

(Roma 1499 ca. - Mantova 1546)

Attribuita negli elenchi fedecommissari ad un ignoto artista di scuola veneta, questa tavola fa parte di un congruo nucleo di opere, in passato assegnato alla mano di Giulio Romano e oggi considerato in blocco, a eccezione della bella Madonna col Bambino e san Giovannino (inv. 374), un prodotto dell’attività della fiorente bottega del pittore raffaellesco eseguito con tutta probabilità da originali del Maestro.

La donna ritratta, di identità sconosciuta, è riccamente abbigliata. I suoi lineamenti così marcati e la fissità dello sguardo fanno pensare alla mano di un artista di non grande abilità pittorica, ma di notevole capacità introspettiva.


Scheda tecnica

Inventario
098
Posizione
Datazione
metà XVI secolo
Tipologia
Periodo
Materia / Tecnica
olio su tavola
Misure
cm 60 x 50
Cornice

Cornice ottocentesca decorata con 4 palmette angolari (cm 73 x 70 x 8)

Provenienza

Roma, collezione Borghese, 1833 (Inventario Fidecommissario 1833, p. 33); Acquisto dello Stato, 1902.

Conservazione e Diagnostica
  • 1903/1905 - Luigi Bartolucci (disinfestazione dai tarli);
  • 1936 - Augusto Cecconi Principi, pulitura di vecchie vernici opacizzate e alterate, verniciatura;
  • 1953 - Alvaro Esposti, pulitura, ripresa delle parti mancanti.).

Scheda

La provenienza di questo dipinto è tuttora sconosciuta. Elencato sia nell'inventario fedecommissario che nel catalogo di Giovanni Piancastelli (1891) come 'scuola di Paolo Veronese' (1833), questo ritratto, lasciato probabilmente incompiuto nel fondo e nella veste, fu variamente attribuito dalla critica a Dosso Dossi e a Giulio Romano, nomi confutati rispettivamente da Adolfo Venturi (1893) e da Roberto Longhi (1928), i quali evitarono di formulare nuove attribuzioni, optando - almeno per quanto riguarda Longhi - per un ignoto pittore romano del XVI secolo.

Nel 1959, sulla scorta di un parere orale sostenuto da Federico Zeri (in Della Pergola 1959), Paola della Pergola pubblicò il dipinto come autografo di Giulio Romano, nome certamente non estraneo all'autore di questa tavola, il quale con tutta probabilità fu legato alla nutrita bottega del pittore romano, sul quale la critica ha debitamente messo un punto di domanda (Herrmann Fiore 2006).

Antonio Iommelli




Bibliografia
  • G. Piancastelli, Catalogo dei quadri della Galleria Borghese, in Archivio Galleria Borghese, 1891, p. 56;
  • A. Venturi, Il Museo e la Galleria Borghese, Roma 1893, p. 82;
  • R. Longhi, Precisioni nelle Gallerie Italiane, I, La R. Galleria Borghese, Roma 1928, p. 186;
  • P. della Pergola, La Galleria Borghese. I Dipinti, II, Roma 1959, p. 91, n. 128;
  • K. Herrmann Fiore, Galleria Borghese Roma scopre un tesoro. Dalla pinacoteca ai depositi un museo che non ha più segreti, San Giuliano Milanese 2006, p. 37.