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Mosaico pavimentale con scena di pesca

Arte romana


L’emblema centrale, delimitato da una cornice policroma con treccia a quattro capi e con foglie di acanto negli angoli, ritrae una scena di pesca, con due uomini su una barca e un pesce sulla destra. Venne inserito in epoca antica in una pavimentazione preesistente, di epoca tardo-repubblicana, decorata da un punteggiato di crocette, e inquadrata da una larga fascia a meandro prospettico policromo.

Il mosaico proviene, insieme ad un secondo presente nella stessa sala V e di medesimo soggetto, dagli scavi intrapresi nel XVIII secolo nella tenuta Borghese di Castell’Arcione, sulla via Tiburtina. Sulla base di osservazioni stilistiche si può indicare un inquadramento cronologico del riquadro figurato tra la fine del II e gli inizi del III secolo d.C.


Scheda tecnica

Posizione
Datazione
II-III secolo d.C.
Tipologia
Materia / Tecnica
tessere in marmo
Misure
altezza cm 165; larghezza cm 224, compresa la cornice
Provenienza
Proviene dagli scavi del XVIII secolo nella tenuta Castell’Arcione, sulla via Tiburtina (Visconti, Lamberti, p.38). Acquisto dello Stato, 1902. 
Conservazione e Diagnostica
  • 1989 Consorzio ARKE'

Scheda

Il pannello musivo venne scoperto, insieme ad un secondo presente nella stessa sala V, tra i resti di un’estesa villa romana, durante gli scavi effettuati nel XVIII secolo nella tenuta Borghese di Castell’Arcione, sulla via Tiburtina (Mari 1983, pp.250-251, 258-260). Ennio Quirino Visconti, nel 1796, ricorda i riquadri nella sala, allestita pochi anni prima sotto la direzione dell’architetto Antonio Asprucci e ne testimonia la provenienza (Visconti, Lamberti 1796, p. 38). Dal medesimo contesto potrebbero provenire, inoltre, tre mosaici a soggetto marino, attualmente posti nella pavimentazione della sala VII, che presentano affinità stilistiche (Blake 1940, p. 117, Moreno, Sforzini 1987, p. 345).

Il riquadro, posto al centro della sala, è databile all’età severiana per le tipiche caratteristiche tecnico stilistiche, quali l’uso del fondo nero del mare e l’irregolarità delle dimensioni delle tessere nel loro allettamento. Esso è incorniciato da una fascia policroma con treccia a quattro capi e con foglie di acanto presso i vertici, risalenti probabilmente all’epoca della sistemazione settecentesca. L’insieme è inserito, a sua volta, in una pavimentazione musiva di epoca tardo-repubblicana, punteggiata da crocette a quattro tessere nere su un fondo monocromo bianco, e bordata da una cornice policroma a meandro prospettico, nella quale si alternano tessere di colore verde, rosso e giallo per la profondità. L’emblema centrale raffigura due uomini in barca, quello a sinistra, vestito di tunica esomide, ovvero di una corta tunica che lascia scoperta la spalla; è ripreso nell’atto di lanciare una rete. Quello di destra, seduto a torso nudo, si rivolge verso il compagno mentre impugna il remo, in uno scambio di sguardi molto serrato. Sulla destra è presente un pesce che balza fuori dalle onde, rese da un forte contrasto cromatico; tessere bianche e verdi sottolineano l’increspatura su un mare di tessere nere.

Come già osservato da Marion Elizabeth Blake, nel 1940, si tratta, dunque, dell’unione di due tessellati di epoca diversa, un tappeto musivo inquadrabile in epoca tardo-repubblicana e un emblema figurato realizzato in epoca severiana.

Giulia Ciccarello




Bibliografia
  • L. Lamberti, E.Q. Visconti, Sculture del palazzo della Villa Borghese detta Pinciana, II, Roma 1796, p. 38.
  • A. Nibby, Monumenti scelti della Villa Borghese, Roma 1832, p. 97.
  • Indicazione delle opere antiche di scultura esistenti nel primo piano della Villa Borghese, Roma 1840, p. 19.
  • A. Nibby, Roma nell’anno 1838, Roma 1841, p. 920.
  • Indicazione delle opere antiche di scultura esistenti nel primo piano della Villa Borghese, Roma 1854 (1873), p. 22.
  • A. Venturi, Il Museo e la Galleria Borghese, Roma 1893, p. 36.
  • G. Giusti, La Galerie Borghèse et la Ville Humbert Première à Rome, Roma 1904, p. 29.
  • A. De Rinaldis, La R. Galleria Borghese in Roma, Roma 1935, p. 14.
  • M. E. Blake, Mosaics of the Late Empire in Rome and Vicinity, “Memoirs of the American Academy in Rome”, 1940, pp. 117-118, tav. 32, 2.
  • P. Della Pergola, La Galleria Borghese in Roma, (3° Edizione), Roma 1954, p. 17.
  • W. Helbig, H. Speier, Führer durch die öffentlichen Sammlungen klassischer.Altertümer in Rom, (4°Edizione), a cura di H. Speier, II, Tübingen 1966, p. 737, n. 1982 (Parlasca).
  • P. Moreno, Museo e la Galleria Borghese, La collezione archeologica, Roma 1980, p. 17.
  • P. Moreno, S. Staccioli, Le collezioni della Galleria Borghese, Milano 1981, p. 102, fig. a p. 93.
  • Z. Mari, Forma Italiae, Regio I Volumen XVII, Tibur, Pars Tertia, Firenze 1983, pp. 250-251, n. 290; pp. 258-260.
  • P. Moreno, C. Sforzini, I ministri del principe Camillo: cronaca della collezione Borghese di antichità dal 1807 al 1832, in “Scienze dell’Antichità”, 1, 1987, pp. 339-371, in part. p. 345.
  • E. Moscetti, Proposta di un Parco archeologico-naturale in Guidonia Montecelio, in “Atti e memorie della Società Tiburtina di Storia e Arte, 2, vol. LXIV, 1991, pp. 139-179, in particolare p. 163, n. 46.
  • R. Lanciani, Storia degli scavi di Roma e notizie intorno le collezioni romane di antichità, V, Roma 1994, p. 29.
  • K. Werner, Mosaiken aus Rom. Polychrome Mosaikpavimente und Emblemata aus Rom und Umgebung, Würzburg 1994, p. 247, K 106.
  • A. Donati, P. Pasini, Pesca e pescatori nell’antichità, Milano 1997, fig. a p. 56.
  • P. Moreno, A. Viacava, I marmi antichi della Galleria Borghese: la collezione archeologica di Camillo e Francesco Borghese, Roma 2003, pp. 219-220, n. 205B.
  • Scheda di catalogo 12/01008460, P. Moreno 1975; aggiornamento G. Ciccarello 2020.