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Madonna con Bambino

Seguace di Raibolini Francesco detto Francesco Francia

Bologna 1450 ca. - 1517)

La tavola, attestata con certezza in collezione Borghese a partire dal 1833, ripropone stilisticamente formule e gesti tipici del repertorio di Francesco Raibolini, artista bolognese, titolare di una nutrita bottega, frequentata secondo le fonti da duecentoventi discepoli.

Il dipinto presenta Maria col Bambino che, seduto sul cuscino in atto di benedire, volge curiosamente lo sguardo verso l’esterno. Un uccellino, probabilmente un pettirosso - una chiara allusione alla passione di Cristo - è stretto nella sua mano.


Scheda tecnica

Inventario
034
Posizione
Datazione
1520 ca
Tipologia
Periodo
Materia / Tecnica
olio su tavola
Misure
cm 48 x 39
Cornice

Cornice ottocentesca decorata palmette (cm 67,5 x 56,5 x 10)

Provenienza

(?) Roma, collezione Borghese, 1693 (Della Pergola 1964, p. 452, n. 204); Roma, collezione Borghese, 1833 (Inventario Fidecommissario 1833, p. 8); Acquisto dello Stato, 1902


Scheda

Questa tavola è documentata con certezza in collezione Borghese a partire dal 1833, segnalata negli elenchi fedecommissari come opera del pittore bolognese Francesco Raibolini, noto come Francesco Francia. Tale nome, scartato da Giovanni Battista Cavalcaselle (1871) a favore di Giacomo Boateri, fu riesumato da Adolfo Venturi (1893) che avvicinò l'opera a uno dei suoi tanti allievi.

Nel 1936 Aldo de Rinaldis identificò il dipinto con la "Madonna di Pietro Giulianello" descritto nell'inventario Borghese del 1700, ipotesi scartata da Paola della Pergola (1955) che nel frattempo aveva assegnato tutte le opere riunite sotto tale nome a vari seguaci del Garofalo. Secondo la studiosa, invece, la tavola in questione doveva essere avvicinata ad uno dei tanti allievi del Raibolini, mancando di quella finezza tipica delle opere dell'artista bolognese.

Nel 1964, ancora Della Pergola, identificò il dipinto con quello descritto al numero 204 dell'inventario Borghese del 1693 ('Sotto al cornicione accanto al detto un quadro di tre palmi incirca con la Madonna et il Bambino del No 104 con cornice dorata liscia intagliata del Francia'), pista dai più ignorata che verosimilmente potrebbe rivelarsi valida.

Come osservato da Emilio Negro e Nicosetta Roio (1998), i quali schedano la tavola come opera di 'Scuola del Francia', questa composizione replica in controparte la Madonna col Bambino con in mano un cardellino del maestro bolognese (Columbia, South Carolina, Museum of Art, inv. n. 54-402/12), dipinto che ebbe una notevole fortuna come provano la versione conservata nella canonica della chiesa della Ss. Trinità di Bozzolo e la replica passata nel 1998 sul mercato antiquario (Christie's London, 18 febbraio, n.7), ricondotte rispettivamente alla bottega franciana e alla maniera di Pietro Perugino (per entrambe le opere cfr. Negro-Roio 1988, cat. nn. 152a; 152b).

La tavola rappresenta la Vergine col Bambino che stringe nella mano sinistra un uccellino, probabilmente un cardellino, simbolo della passione di Cristo. Secondo la tradizione, infatti, le piume di questo uccello si tinsero indelebilmente di rosso, macchiandosi per sempre del sangue caduto da una delle spine che a mo' di corona cingeva la fronte di Gesù.

Come supposto da tutta la critica (cfr. da ultimo Herrmann Fiore 2006) - ad eccezione di Roberto Longhi (1967) - questa tavola fu eseguita nell'atelier del Raibolini, ripetendo quelle formule e quei gesti cari al bolognese che tuttavia in questo caso risultano duri e grossolani. Secondo Roio (1986; Negro, Roio 1998) potrebbe trattarsi di un saggio pittorico di Giacomo o di Giulio Raibolini, entrambi figli del Francia, che insieme al Boateri frequentarono la bottega paterna, lasciandosi influenzare dallo stile del Maestro pregno della maniera, tra gli altri, del Perugino e di Raffaello.

Antonio Iommelli




Bibliografia
  • J. A. Crowe, G. B. Cavalcaselle, A. History of Painting in North Italy, London 1871, ed. 1912, II, p. 271;
  • G. Piancastelli, Catalogo dei quadri della Galleria Borghese, in Archivio Galleria Borghese, 1891., p. 166;
  • A. Venturi, Il Museo e la Galleria Borghese, Roma 1893, p. 50;
  • G. Morelli, Della Pittura Italiana. Studi Storici Critici: Le Gallerie Borghese e Doria Pamphili in Roma, Milano 1897, p. 196;
  • R. Longhi, Precisioni nelle Gallerie Italiane, I, La R. Galleria Borghese, Roma 1928, p. 179;
  • A. De Rinaldis, Documenti inediti per la Storia della R. Galleria Borghese in Roma. II. Una inedita nota settecentesca delle opere pittoriche nel Palazzo Borghese in Campo Marzio, in “Archivi”, III, 1936, p. 7;
  • W. Suida, Art of the Renaissance from the Samuel H. Kress Collection. The Columbia Museum of Art, Columbia 1954, p. 33;
  • P. della Pergola, La Galleria Borghese. I Dipinti, I, Roma 1955, p. 38, n. 50;
  • P. della Pergola, L’Inventario Borghese del 1693 (II), in “Arte Antica e Moderna”, XXVIII, 1964, p. 452;
  • R. Longhi, Saggi e ricerche 1925-28. Precisioni nelle gallerie italiane. La Galleria Borghese, Firenze 1967, p. 334;
  • N. Roio, Giacomo e Giulio Raibolini detti i Francia, in Pittura bolognese del '500, a cura di V. Fortunati Pietrantonio, Bologna 1986, p. 36;
  • A. Ugolini, La dinastia di Francesco Francia, in "Arte Cristiana", DCCLXXIX, 1997, p. 116, n. 1;
  • E. Negro, N. Roio, Francesco Francia e la sua scuola, Modena 1998, pp. 239-240, n. 152;
  • K. Herrmann Fiore, Galleria Borghese Roma scopre un tesoro. Dalla pinacoteca ai depositi un museo che non ha più segreti, San Giuliano Milanese 2006, p. 17.