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La Maddalena

Bottega di Carracci Agostino

(Bologna 1557 - Parma 1602)

L’opera, segnalata per la prima volta in casa Borghese nel 1790, raffigura Maria Maddalena, una delle più note discepole di Cristo, qui rappresentata nei panni di una penitente, soggetto particolarmente fortunato nella pittura del Seicento per i suoi profondi contenuti religiosi.  Maria Maddalena, infatti, si rivelò una figura fondamentale negli anni della Controriforma, la cui immagine fu spesso usata contro i protestanti a sostegno della necessità e della validità del sacramento della penitenza.


Scheda tecnica

Inventario
048
Posizione
Datazione
primo decennio del secolo XVII
Tipologia
Periodo
Materia / Tecnica
olio su tela
Misure
cm 52 x 49
Cornice
Cornice ottocentesca decorata con palmette angolari.
Provenienza

(?) Roma, collezione Borghese, 1790 (Inv. 1790, St. IV, n. 7, 41; Della Pergola 1955);  Roma, collezione Borghese, 1833 (Inventario Fidecommissario, 1833;, p. 7, n. 1); Acquisto dello Stato, 1902.

Conservazione e Diagnostica
  • 1952 Augusto Cecconi Principi (pulitura e applicazione nuova cornice);
  • 2000 ENEA (indagini diagnostiche);
  • 2001 Paola Mastropasqua (pulitura, rimozione delle vernici ossidate, stuccatura, reintegrazione pittorica; restauro della cornice)

Scheda

Due telette raffiguranti Maria Maddalena sono segnalate nel 1790 presso la raccolta Borghese, di cui una, citata nel 1678 da Carlo Cesare Malvasia tra i dipinti di Ludovico Carracci, venduta nel 1801 da un certo mercante di nome Durand (Della Pergola 1955). L'altra Maddalena, forse questa, è segnalata negli elenchi fedecommissari del 1833 insieme alla Testa di Cristo (inv. 39), descritta come "la Madonna di Agostino Carracci, largo palmi 2, once 4; alto palmi 2, once 3"; attribuzione accolta con qualche riserva da Paola della Pergola (1955) che pubblicò il dipinto - secondo la studiosa tagliato in basso per essere accostato alla Testa di Cristo (inv. 39) - come "seguace di Agostino".

L'opera, così come il suo pendant, sintetizza quello studio "dei moti dell'animo" condotto dal bolognese e dalla sua bottega sulle opere di Correggio, in particolare sull'Ecce Homo (Londra, National Gallery) inciso nel 1587 da Agostino che contribuì ad accrescere la fortuna di tale iconografia. Questa Maddalena, infatti, rientra appieno per il suo intenso patetismo tra i soggetti più fortunati dell'epoca, ricercando implicitamente la partecipazione dell'osservatore di cui implora la pietà. Di fatto l'opera, ridimensionata per essere destinata alla devozione privata, doveva accrescere nell'osservatore quel senso di drammaticità, qui reso in modo teatrale, tanto gradito al clima controriformato.

Una replica di questa tela fu segnalata da Paola della Pergola (1955) nella collezione Gradenigo di Venezia.

  Antonio Iommelli




Bibliografia
  • C.C. Malvasia, Felsina Pittrice, Bologna 1678, a cura di G. P. Zanotti 1841-1844, III, p. 355; 
  • G. Piancastelli, Catalogo dei quadri della Galleria Borghese, in Archivio Galleria Borghese, 1891, p. 178; 
  • A. Venturi, Il Museo e la Galleria Borghese, Roma 1893, p. 58; 
  • H. Tietze, Annibale Carracci’s Tätigkeit in Rom, in “Jahrbuch der Kunsthistorischen Sammlungen in Wien”, XXVI, 1906-1907, p. 167; 
  • R. Longhi, Precisioni nelle Gallerie Italiane, I, La R. Galleria Borghese, Roma 1928, pp. 136, 181; 
  • H. Bodmer, Ludovico Carracci, Burg 1939, p. 140; 
  • P. della Pergola, La Galleria Borghese. I Dipinti, I, Roma 1955, p. 20, n. 14; 
  • S.E. Ostrow, Agostino Carracci, tesi di dottorato (New York University), New York 1966 (assente);
  • R. Longhi, Saggi e ricerche 1925-28. Precisioni nelle gallerie italiane. La Galleria Borghese, Firenze 1967, pp. 317, 335; 
  • K. Herrmann Fiore, Galleria Borghese Roma scopre un tesoro. Dalla pinacoteca ai depositi un museo che non ha più segreti, San Giuliano Milanese 2006, p. 21.