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CAMPIDOGLIO

Baur Johann Wilhelm

Strasburgo 1607 - Vienna 1642)

L’opera fa parte di una serie di quattro miniature circolari rappresentanti piazze romane, eseguite da Johann Wilhelm Baur durante il suo soggiorno in Italia negli anni Trenta del Seicento. La serie entrò nella collezione Borghese forse tramite un acquisto di Marcantonio II, oppure come dono dell’artista allo stesso principe. La miniatura testimonia l’aspetto del Campidoglio prima del completamento di Palazzo Nuovo, la cui costruzione ha definito l’attuale assetto della piazza secondo un progetto michelangiolesco.


Scheda tecnica

Inventario
482
Posizione
Datazione
1636 circa
Tipologia
Periodo
Materia / Tecnica
tempera su pergamena
Misure
diametro cm 9,5
Cornice
Fine ‘700 (con punzecchiature e girali d’acanto, parte di un polittico) cm. 16,5x30,5x3  
Provenienza

Collezione Borghese, citato per la prima volta nell’Inv. 1693, St. XI, n. 35; Inv. 1790, St. VII, nn. 82-85; Inventario Fidecommissario Borghese 1833, p. 26, nn. 15-18; Acquisto dello Stato, 1902.

Mostre
  • 1990 Roma, Castel Sant’Angelo
  • 2001-2002 Roma, Palazzo del Quirinale
  • 2002 Roma, Palazzo Poli

Scheda

La miniatura, raffigurante una veduta del Campidoglio, fa parte di una serie di quattro rappresentazioni di piazze simbolo della città di Roma, tutte appartenenti alla Galleria Borghese (invv. 481, 482, 488, 489). Esse presentano un formato circolare di identica grandezza (circa 10 centimetri di diametro ciascuna) e sono condotte con la medesima tecnica a tempera su pergamena.

Si tratta di opere del miniaturista di origine alsaziana Johann Wilhelm Baur, formatosi in patria al seguito di Friedrich Brentel e vissuto in Italia tra il 1631 e il 1637.

L’artista soggiornò prevalentemente tra Roma e Napoli, dove lavorò ed ebbe la protezione di collezionisti di spicco dell’epoca, tra cui il duca di Bracciano, il marchese Giustiniani, Ferdinando Colonna e Marcantonio Borghese, nella cui raccolta sono attestate le quattro miniature. Al termine della permanenza in Italia, Baur si trasferì a Vienna alla corte di Ferdinando III d’Asburgo, dove trascorse gli ultimi anni di vita. Secondo le fonti, l’artista morì nel 1640, datazione che va tuttavia posticipata di almeno un anno in considerazione del rinvenimento di Veduta di una villa sul mare firmata e datata 1641 (J. von Sandrart, L’Academia Todesca della Architectura, Scultura & Pittura, 1675, II, pp. 306-307; A. Houbraken, De groote schouburgh der Nederlantsche konstschilders en schilderessen, II, 1718, p. 333; N. Pio, Le vite di pittori, scultori et architetti [1724] 1977, p. 91; F. Baldinucci, Notizie de’ Professori del disegno da Cimabue in qua. Secolo V dal 1610 al 1670, 1728, p. 197; Salerno 1976, pp. 460, 464).

La serie Borghese gli fu forse commissionata direttamente dal principe Marcantonio II, proprietario altresì di una veduta di Villa Pinciana dello stesso autore datata 1636, anch’essa tuttora in collezione (inv. 519). L’opera è certamente vicina, pur se di differente formato, alle altre quattro miniature, per cui si ritiene queste ultime accostabili alla medesima cronologia (Della Pergola 1959, p. 146, nn. 200-203; Herrmann Fiore 1990, pp. 193-194, nn. 67-68; Barchiesi 2002, p. 144, n. 15).

La prima citazione della serie nella raccolta Borghese è rintracciabile nell’inventario del 1693, dove viene descritta con attribuzione incerta, mentre in quello del 1790 e successivamente nel 1833 è ricondotta alla mano di Baur. In quest’ultimo si legge: “Quattro tondini di prospettive, di Giovanni Gugliemo Bagar, del Diametro di oncie 5”.

Il formato circolare, ma in più grandi dimensioni, viene ripreso dall’artista in altre due importanti testimonianze della sua attività romana come miniaturista, in particolare la veduta di Piazza San Pietro e quella di Piazza di Santa Maria Maggiore, rintracciate da Busiri Vici negli anni Cinquanta del Novecento (1957, pp. 32-33). Lo studioso ipotizza che anch’esse fossero destinate a Marcantonio Borghese, probabilmente su sua specifica richiesta, elemento che lascerebbe trasparire un interesse particolare del principe verso questo genere di soggetti, nonché un suo sicuro apprezzamento nei confronti della produzione di Baur nel campo della miniatura, in cui l’artista dimostra straordinaria finezza. 

L’opera testimonia un momento precedente alla sistemazione che tuttora caratterizza piazza del Campidoglio, quando ancora non era stato effettuato lo sbancamento verso l’Aracoeli per far posto a Palazzo Nuovo, costruito di fronte a Palazzo dei Conservatori. È infatti ancora visibile sulla sinistra la fontana di Marforio, che in quell’occasione fu smontata e ricomposta nel cortile interno di Palazzo Nuovo, i cui lavori terminarono nel 1663.  

L’opportunità di osservare luoghi importanti della città di Roma nel loro aspetto seicentesco, in concomitanza a trasformazioni importanti intraprese proprio in quegli anni, è un ulteriore elemento di interesse che caratterizza le miniature Borghese, compresa la veduta della villa, e ne fa uno strumento fondamentale ai fini della ricostruzione storica.

Pier Ludovico Puddu




Bibliografia
  • X. Barbier de Montault, Les Musées et Galeries de Rome, Rome 1870, pp. 357-358.
  • G. Piancastelli, Catalogo dei quadri della Galleria Borghese in Archivio Galleria Borghese, 1891, p. 413.
  • A. Venturi, Il Museo e la Galleria Borghese, Roma 1893, pp. 216,-217.
  • A.J. Rusconi, La Villa, il Museo e la Galleria Borghese, Bergamo 1906, p. 91.
  • F. Noack, Artisti nordici a Villa Borghese, in “L’Arte”, XVI (Il X Congresso Internazionale di Storia dell’Arte), 1913, p.72.
  • R. Longhi, Precisioni nelle Gallerie Italiane, I, La R. Galleria Borghese, Roma 1928, p. 223.
  • A. Busiri Vici, Visioni architettonico-figurative del soggiorno in Italia di Giov. Guglielmo Baur, in “Palladio”, N.S., VII, 1957, pp. 32-35, 38-39.
  • P. Della Pergola, La Galleria Borghese. I Dipinti, II, Roma 1959, p. 146, n. 201.
  • P. Della Pergola, L’inventario Borghese del 1693, in “Arte antica e moderna”, XXX, 1965, p. 215.
  • L. Salerno, Pittori di Paesaggio del Seicento a Roma, Roma 1976, p. 460.
  • K. Herrmann Fiore, Il colore delle facciate di Villa Borghese nel contesto delle dominanti coloristiche dell’edilizia romana intorno al 1660, in “Bollettino d’Arte”, LXXIII, 1988, XLVIII, p. 96.
  • K. Herrmann Fiore, in Da Sendai a Roma. Un’ambasceria giapponese a Paolo V, catalogo della mostra (Roma, Castel Sant’Angelo, 1990), a cura di G. Pittau, Roma 1990, p. 194, n. 68.
  • K. Herrmann Fiore, in Invisibilia. Rivedere i capolavori. Vedere i progetti, catalogo della mostra (Roma Palazzo delle Esposizioni, 1992), a cura di M. E. Tittoni, S. Guarino, Roma 1992, p. 43.
  • S. Barchiesi, in Il Quirinale. L’immagine del Palazzo dal Cinquecento all’Ottocento, catalogo della mostra (Roma, Palazzo della Fontana di Trevi, 2002), a cura di F. Colalucci, Roma 2002, pp. 144-145, n. 15.
  • K. Herrmann Fiore, Galleria Borghese Roma scopre un tesoro. Dalla pinacoteca ai depositi un museo che non ha più segreti, San Giuliano Milanese 2006, p. 155.