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Annunciazione

Maniera di Cresti Domenico detto Passignano

(Passignano 1559 - Firenze 1638)

Il dipinto, attribuito dalla critica al pittore Domenico Cresti detto il Passignano, è attestato in collezione Borghese a partire dal 1693 e rappresenta il momento dell'annuncio dato dall'arcangelo Gabriele a Maria che, colta in un momento di preghiera, viene visitata dal divino messaggero. Assistono alla scena, in una nube di luce, Dio, la colomba dello Spirito Santo e una schiera di angeli, tra i quali si riconoscono tre cherubini.


Scheda tecnica

Inventario
189
Posizione
Datazione
1595 circa
Tipologia
Periodo
Materia / Tecnica
olio su rame
Misure
cm 35 x 26
Cornice
Salvator Rosa (cm 45,7 x 35 x 4,8).
Provenienza

Roma, collezione Borghese, 1693 (Inv. 1693, St. IX, n. 21); Inv. 1790, St. II, n. 45; Inventario Fidecommissario, 1833, p. 28; Acquisto dello Stato, 1902.

Conservazione e Diagnostica
  • 1979 Cinzia Conti.

Scheda

Il dipinto è segnalato per la prima volta in collezione Borghese nell'inventario del 1693, descritto dall'estensore del documento come "un quadretto alto un palmo e mezzo in circa in tavola (sic!) con la Nuntiata e il P[ad]re Eterno con la cornice dorata del Martiniani". Riferito nell'inventario del 1790 a Federico Barocci - nome accolto sia dal compilatore degli elenchi fedecommissari (1833), sia da Giovanni Piancastelli (1891) - il quadro fu avvicinato da Adolfo Venturi (1893) alla maniera di Raffaello Vanni, artista senese, figlio del noto pittore Francesco. Rifiutando tale proposta e d'accordo con Roberto Longhi (1928) e Italo Faldi, che nel 1956 leggeva in questa Annunciazione i caratteri tipici della maniera toscana tardo-cinquecentesca riformata sugli esempi di Santi di Tito e Federico Zuccari, nel 1959 Paola della Pergola assegnò l'opera a Domenico Cresti detto il Passignano, attribuzione accettata nei decenni successivi da tutta la critica (Petrioli Tofani 1980; Prosperi Valenti Rodinò 1984; Laureati 1990), ad eccezione di Joan Lee Nissman (1979).

Il rame rappresenta il momento dell'annuncio dato dall'arcangelo Gabriele a Maria che, colta in un momento di preghiera, viene visitata dal divino messaggero, assistito dall'alto da Dio e dalla colomba dello Spirito Santo. Assiste alla scena una schiera di angeli, tra i quali si riconoscono tre cherubini. L'esecuzione di quest'opera, realizzata secondo Longhi (1928) intorno al 1595 "sotto l'impero dello stile strettamente controriformistico romano", è stata posticipata da Simonetta Prosperi Valenti Rodinò (1984) al 1602-1603 circa, dipinta secondo la studiosa parallelamente alle altre due tele Borghese: Cristo nel sepolcro (inv. 349) e il Martirio di san Sebastiano (inv. 341).

Una versione simile ma molto più grande, ricordata da Faldi (1956), si conserva presso la collezione di Cassa Depositi e Prestiti di Roma, tagliata - a differenza del dipinto Borghese - all'altezza della prima testina del cherubino a destra.

  Antonio Iommelli




Bibliografia
  • G. Piancastelli, Catalogo dei quadri della Galleria Borghese, in Archivio Galleria Borghese, 1891, p. 331;
  • A. Venturi, Il Museo e la Galleria Borghese, Roma 1893, p. 118;
  • R. Longhi, Precisioni nelle Gallerie Italiane, I, La R. Galleria Borghese, Roma 1928, p. 196;
  • I. Faldi, La Quadreria della Cassa Depositi e Prestiti, Roma 1956, pp. 38-39;
  • P. della Pergola, La Galleria Borghese. I Dipinti, II, Roma 1959, p. 43, n. 59;
  • J.L. Nissmann, Domenico Cresti il Passignano, tesi di dottorato, Columbia University, New York 1979, p. 366;
  • A.M. Petrioli Tofani, in Il primato del disegno. Firenze e la Toscana dei Medici nell’Europa del ’500, catalogo della mostra (Firenze, Palazzo Strozzi, 1980), Firenze 1980, pp. 155 e s, nn. 341-346;
  • S. Prosperi Valenti Rodinò, Cresti, Domenico, detto il Passignano, in Dizionario Biografico degli Italiani, XXX, 1984, ad vocem;
  • L. Laureati, Brevi aggiunte al catalogo di Domenico Cresti detto il Passignano, in Scritti in onore di Giuliano Briganti, a cura di M. Bona Castellotti, L. Laureati, Milano 1990, pp. 153, 159;
  • K. Herrmann Fiore, Galleria Borghese Roma scopre un tesoro. Dalla pinacoteca ai depositi un museo che non ha più segreti, San Giuliano Milanese 2006, p. 66.