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Anfora in breccia

ambito romano


Elegante anfora poggiante su un alto piede, con un corpo ovoide stretto e slanciato e anse rettilinee; le forme allungate dell’anfora sono sottolineate dalle macchie sottili, simili a venature, della breccia di Sciro, con la quale è stata eseguita. 

Si tratta di un manufatto realizzato probabilmente nell’ultimo quarto del Settecento, nell’ambito della ristrutturazione della Villa Pinciana a opera dell’architetto Antonio Asprucci.


Scheda tecnica

Inventario
CCLVI
Posizione
Datazione
ultimo quarto secolo XVIII
Tipologia
Periodo
Materia / Tecnica
breccia di Settebassi
Misure
cm 52 x 17
Provenienza
Collezione Borghese, documentata dal 1893 (A. Venturi, Il Museo e la Galleria Borghese, Roma 1893, p. 71). Acquisto dello Stato, 1902.

Scheda

Poggiante su un basso plinto quadrangolare e su un alto piede modanato a base circolare, l’anfora ha si caratterizza per il corpo ovoidale piuttosto allungato. Dal collo si dipartono le anse simmetriche, ad angolo retto, che scendono verticalmente ad incontrare il corpo del vaso nel punto di maggiore sporgenza. Il coperchio semisferico ha una presa a bocciolo.

Ricordata dal Venturi nella sala XV senza indicazione dell’autore (1893, p. 71) e da Della Pergola come opera del XVII secolo nella loggia del primo piano (1951, p. 38), è ritenuta da Faldi riconducibile stilisticamente alla fine del XVIII secolo. Lo studioso ne ipotizza – plausibilmente – l’esecuzione in occasione dei lavori di rinnovamento condotti da Antonio Asprucci (Faldi 1954, p. 21, cat. 20); non condivisibile è invece l’identificazione col n. 127 della sezione C dell’Inventario Fidecommissario del 1833 (“un vaso di alabastro orientale e due vasetti di breccia con zoccoletti di marmo bianco”), dove l’anfora non è citata, mentre d’altra parte non è convincente il suo riconoscimento in uno dei due vasetti della coppia.

Il materiale utilizzato per l’esecuzione di questo manufatto è la breccia di Sciro o di Settebassi, una pietra dal fondo rosso violaceo, con macchie in prevalenza di colore bianco e di forma allungata; le due diverse denominazioni con cui è nota derivano dall'Isola di Sciro, luogo in cui viene estratta, e dalla villa di Settimio Basso, o dei Sette Bassi, dove ne sono stati rinvenuti numerosi frammenti (Marchei 1997, p. 192, cat. 46).

      Sonja Felici


Bibliografia
  • A. Venturi, Il Museo e la Galleria Borghese, Roma 1893, p. 71.
  • P. Della Pergola, La galleria Borghese in Roma, Roma 1951, p. 38.
  • I. Faldi, Galleria Borghese. Le sculture dal sec. XVI al XIX, Roma 1954, p. 21, cat. 20.
  • M.C. Marchei, Breccia di Sciro o di Settebassi, in Marmi antichi, a cura di G. Borghini, Roma 1997, pp. 192-193, cat. 46.
  • Scheda di catalogo 12/01008683, F. Castiglioni 1980; aggiornamento S. Felici 2020.