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Self-portrait

copy after Vecellio Titian

(Pieve di Cadore 1488-90 - Venice 1576)

The canvas is one of the many versions of Titian’s famous Self-Portrait – now in the Gemäldegalerie in Berlin (inv. 2370) – which Giorgio Vasari saw in the artist’s studio in 1566. The Galleria’s version focuses only on the face of the by then elderly painter, but an important detail is missing: the chain with a golden spur that Titian received in 1533 from emperor Charles V as a token of the latter’s gratitude. Thus, the anonymous copier avoided reproducing that detail, which is proudly exhibited in the original, in order to concentrate solely on the subject’s pose. The slightly raised head and the gaze moving away from the observer allude to both the portraits of intellectuals of that time and the construction of the image of the divine artist’.

Object details

Inventory
102
Location
Date
XVII secolo
Classification
Period
Medium
oil on canvas
Dimensions
cm 28 x 25
Frame

Polittico ottocentesco dorato (cm 37 x 99 x 5,4)

Provenance
Text not translated yet

Roma, collezione Borghese, 1693 (Inv. 1693, St. IV, n. 182; Della Pergola 1964); Inv. 1700, St. IV, n. 13; Inventario Fidecommissario 1833, p. 20; Acquisto dello Stato, 1902.

Conservation and Diagnostic
  • 1917 - Francesco Cochetti

Commentary

Questo ritratto, attestato in collezione Borghese a partire dal 1693, è stato da sempre accostato a Tiziano Vecellio, talvolta descritto come suo autografo (Inv. 1700), talvolta come prodotto della sua bottega (Fidecommisso 1833; Piancastelli 1891; Venturi 1893).

Il primo a parlare debitamente di copia fu Ernst Z. Platner (1842), seguito nel 1955 da Paola della Pergola, i quali individuarono rispettivamente il suo prototipo nell'Autoritratto degli Uffizi (Inv. 1890, 1801; Platner 1842) e diverse affinità (Della Pergola 1955) con una versione dell'Ambrosiana e con la figura del Doppio ritratto del Castello Reale di Windsor; da questo esemplare, a detta della studiosa, deriverebbe anche l'incisione per le Meraviglie dell'arte di Carlo Ridolfi.

La versione Borghese, eseguita con tutta probabilità nel XVII secolo, sembra invece discendere dall'Autoritratto della Gemäldegalerie di Berlino (inv. 2370) in cui il maestro cadorino, autoritrattosi intorno al 1560, indossa un'ampia giubba senza maniche e la catena d'oro donatagli nel 1533 dall'imperatore Carlo V. È probabile che per tale occasione il pittore decidesse di presentare la propria immagine esemplandola su modelli famosi, come il Ritratto di Tommaso Inghirami di Raffaello Sanzio che, analogamente alla tela berlinese, mostra l'effigiato con la testa lievemente sollevata e lo sguardo che si allontana dall’osservatore. Tale dipinto, con buona probabilità lo stesso visto da Giorgio Vasari a Venezia nel 1566 - che tuttavia parlò di opera finita - fu ceduto dal figlio di Tiziano, Pomponio Vecellio, a Cristoforo Barbarigo, presso il quale dovette essere replicato nel corso del XVII secolo prima di passare nelle mani di Leopoldo Cicognara e di Edward Solly, giungendo infine su suolo tedesco. L'esemplare Borghese, invece, cassando il dettaglio della collana d'oro, si concentra unicamente sul volto dell'anziano pittore, simile in questo ad un altro ritratto sempre degli Uffizi (Deposito; inv. 1890 n. 1807; cfr. Puppi 2007), acquistato nel 1677 da Francesco Schilders, agente di Cosimo III, spesso confuso con il già citato Autoritratto (Galleria degli Uffizi, inv. 1890 n. 1801), identificabile secondo alcuni (Puppi 2007) con il 'ritratto dal naturale del celeberrimo signor Titiano', lasciato dal Maestro in eredità al congiunto Vecello Vecellio e da questi passato a suo figlio Tiziano detto l'Oratore (1538-1612).

Antonio Iommelli




Bibliography
  • E. Platner, Beschreibung der Stadt Rom, III, Stuttgart 1842, p. 287;
  • G. Piancastelli, Catalogo dei quadri della Galleria Borghese, in Archivio Galleria Borghese, 1891, p. 13;
  • A. Venturi, Il Museo e la Galleria Borghese, Roma 1893, p. 85;
  • R. Longhi, Precisioni nelle Gallerie Italiane, I, La R. Galleria Borghese, Roma 1928, p. 186.
  • P. della Pergola, La Galleria Borghese. I Dipinti, I, Roma 1955, p. 134, n. 239;
  • P. della Pergola, L’Inventario Borghese del 1693 (II), in “Arte Antica e Moderna”, XXVIII, p. 451;
  • H. E. Wethey, The Painting of Titian, II, The portraits, London 1971, p. 181;
  • K. Herrmann Fiore, Galleria Borghese Roma scopre un tesoro. Dalla pinacoteca ai depositi un museo che non ha più segreti, San Giuliano Milanese 2006, p. 37;
  • L. Puppi, in Tiziano. L'ultimo atto, catalogo della mostra (Belluno, Palazzo Crepadonna, 2007-08), a cura di L. Puppi, Milano 2007, pp. 358-359 n. 4.