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Statua ritratto di donna nel tipo della Spes

Arte romana


La statua rappresenta una matrona romana stante con indosso chitone e mantello che tiene un lembo della veste nella mano sinistra, mentre la destra stringe una patera. La testa, lavorata a parte, si caratterizza per una fisionomia individualizzata e una complessa acconciatura con ‘diadema’ multiplo e turbante di trecce, che richiama le pettinature delle dame della famiglia Ulpia, ma ampiamente diffusa anche tra i ritratti privati di età traianeo-adrianea.

L’esemplare Borghese riproduce una iconografia abbastanza diffusa a Roma per le immagini di Spes, personificazione della Speranza, il cui simulacro era ospitato nel tempio della dea nel Foro Olitorio, poi frequentemente utilizzata in età imperiale anche per statue ritratto.


Scheda tecnica

Inventario
LXVI
Posizione
Datazione
110 d.C.
Tipologia
Materia / Tecnica
marmo di Luni
Misure
altezza cm 169
Provenienza

Collezione Borghese, citata per la prima volta da Nibby (1832); Inventario Fidecommissario Borghese, 1833, C, p. 44, n. 41 (sala I). Acquisto dello Stato, 1902.

Conservazione e Diagnostica
  • 1996/97, Consorzio Capitolino

Scheda

La statua rappresenta una matrona romana stante, con la sinistra avanzata che tiene un lembo della veste nella mano sinistra, mentre la destra, portata in avanti, stringe una patera. L’abito è composto da un chitone con fitte pieghe oblique che coprono le gambe, lasciando intravedere la forma della sinistra e da un corto himation con le maniche fino al gomito, fissato sull’avambraccio da fibule. La testa, lavorata a parte, si caratterizza per una fisionomia individualizzata e una complessa acconciatura con ‘diadema’ multiplo e turbante di trecce. Il diadema è composto di tre elementi con scriminatura centrale. Il primo, partendo dal basso, si compone di una fascia di fitte ciocchette arcuate a mezzaluna; il secondo e il terzo, invece, presentano ciocche semilunate contrapposte che si incontrano al centro nella mandorla in forma di triplice cuspide acuminata. Ben calzato sulla calotta cranica, infine, è il turbante di quattro trecce. La cosiddetta acconciatura a turbante, caratterizzata dalla corona di trecce calzata intorno al capo come un berretto e la costruzione a più livelli del ‘diadema’ richiama le pettinature delle dame della famiglia Ulpia; con Marciana, sorella di Traiano, si diffuse infatti il diadema articolato a tre livelli, poi attestato nelle immagini delle altre componenti femminili della famiglia imperiale e tra i ritratti privati di età traianeo-adrianea, che riproducevano il modello standard variandolo nella composizione e nel numero delle fasce del ‘diadema’, ridotte o aumentate fino a quattro (Ambrogi 2013; Buccino 2017).

Il corpo è plasmato sul modello della kore, tipo statuario ampiamente usato nel mondo greco in età arcaica per effigiare la offerente e la defunta. Definito da Nibby (1832) una statua di Plotina, l’esemplare Borghese, nello specifico, riproduce una iconografia abbastanza diffusa a Roma (Fuellerton 1990, pp. 103-126) per le immagini di Spes, personificazione della Speranza, come attestato dalle emissioni monetali di età claudia e flavia che riproducevano il simulacro del tempio di Spes nel Foro Olitorio.

 Il tipo venne frequentemente utilizzato in età imperiale per statue ritratto, come attesta anche un esemplare di dimensioni ridotte di età augustea dal Viminale, oggi ai Musei Capitolini (Centrale Montemartini, inv. n. 990; Guglielmi 2010, p. 312, n. III.23).

Jessica Clementi




Bibliografia
  • A. Nibby, Monumenti scelti della Villa Borghese, Roma 1832, p. 62.
  • Indicazione delle opere antiche di scultura esistenti nel primo piano della Villa Borghese, Roma 1840, p. 11, n. 15.
  • A. Nibby, Roma nell’anno 1838, Roma 1841, p. 914, n. 15.
  • Indicazione delle opere antiche di scultura esistenti nel primo piano della Villa Borghese, Roma 1854 (1873), p. 13, n. 14.
  • A. Venturi, Il Museo e la Galleria Borghese, Roma 1893, p. 20.
  • G. Giusti, La Galerie Borghèse et la Ville Humbert Premier à Rome, Roma 1904, p. 20.
  • W. Amelung, P. Arndt, G. Lippold, Photographische Einzelaufnahmen antiker Skulpturen, X, 1, München 1925, p. 6, n. 2724 (Lippolod).
  • P. Della Pergola, La Galleria Borghese in Roma, Roma 1954, p. 8.
  • R. Calza, Catalogo del Gabinetto fotografico Nazionale, Galleria Borghese, Collezione degli oggetti antichi, Roma 1957, p. 14, n. 139.
  • H. J. Kruse, Römische weibliche Gewandstatuen des zweiten Jahrhunderts n. Chr., Dissertazione, Gottinga 1975, p. 327, D6.
  • M. Bieber, Ancient Copies. Contributions to the History of Greek and Roman Art, New York 1977, p. 175, fig. 765.
  • P. Moreno, Museo e Galleria Borghese, La collezione archeologica, Roma 1980, p. 12.
  • P. Moreno, S. Staccioli, Le collezioni della Galleria Borghese, Milano 1981, p. 101.
  • H. Wrede, Consecratio in formam deorum, Vergöttliche Privatpersonen in der römischen Kaiserzeit, Mainz am Rhein 1981, p. 304, n. 288.
  • M. D. Fullerton, The Archaistic Style in Roman Statuary, Leiden 1990.
  • M. Fuchs, Glyptothek München, Katalog der Skulpturen, VI, Römische Idealplastik, München 1992, p. 13, nota 37.
  • N. Hackländer, Der archaistiche Dionysos. Eine Archaeologische Untersuchung Zur Bedeutung Archaistischer Kunst in Hellenistischer Und Roemischer Zeit (Europaïsche Hochschulscriften, XXXVIII, 57), Frankfurt am Main 1993, p. 71, n. 236.
  • P. Moreno, L’antico nella stanza, in Venere vincitrice: La Sala di Paolina Bonaparte alla Galleria Borghese, Roma 1997, pp. 73-117, in part. p. 107.
  • P. Moreno, C. Stefani, Galleria Borghese, Milano 2000, p. 72, n. 12a.
  • P. Moreno, A. Viacava, I marmi antichi della Galleria Borghese. La collezione archeologica di Camillo e Francesco Borghese, Roma 2003, pp. 153-154, n. 121.
  • S. Guglielmi, Statua arcaistica di kore, in E. La Rocca, P. Parisi Presicce (a cura di), I giorni di Roma. L’età della conquista, catalogo della mostra, Roma 2010, p. 312, n. III.23.
  • A. Ambrogi, Testa-ritratto femminile di età adrianea proveniente dalle fondazioni della basilica paleocristiana a deambulatorio sulla via Ardeatina, in “Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma”, 114, 2013, pp. 63-82.
  • L. Buccino, L'acconciatura a toupet di riccioli nei ritratti femminili scolpiti e dipinti, in “Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma”, 118, 2017, pp. 7-38.
  • Scheda di catalogo 12/99000040, G. Ciccarello 2021