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Paesaggio con profeta

Attribuito a Patenier Joachim

(Bouvignes? 1475-80 - Anversa 1524)

L’opera è attestata in collezione Borghese a partire dal 1833, proveniente secondo la critica dalla raccolta di Olimpia Aldobrandini senior. Attribuita a Joachim Patinier, la tavola rappresenta un raro episodio biblico tratto dal Libro dei Re in cui si legge di un profeta recalcitrante sbranato da un leone.

La tragica scena è qui ambientata in un vasto paesaggio, caratterizzato da rocce scoscese e da un ampio sfondo fluviale che ben si inseriscono nel solco della pittura fiamminga cinquecentesca.


Scheda tecnica

Inventario
254
Posizione
Datazione
inizio secolo XVI
Tipologia
Periodo
Materia / Tecnica
olio su tavola
Misure
cm 35 x 50
Cornice

Salvator Rosa (cm 42 x 57 x 4,7)

Provenienza

Roma, collezione Olimpia Aldobrandini senior, 1626 (Della Pergola 1959, p. 180); Inventario Fidecommissario 1833, p. 37; Acquisto dello Stato, 1902.

Conservazione e Diagnostica
  • 1906 - Luigi Bartolucci (disinfestazione con olio di cedro, riparazione dei buchi);
  • 1922 - Riccardo de Bacci Venuti
  • 2012 - Paola Tollo (Disinfestazione, pulitura, reintegrazione pittorica).

Scheda

Questa tavola giunge in collezione Borghese attraverso l'eredità di Olimpia Aldobandini senior, così elencata nell'inventario della nobildonna datato 1626: "un quadro mezzano in tavola che rappresenta un paese grande con un homo morto da un leone con cornice dorata n. 385" (Della Pergola 1959).

Assente negli inventari successivi della raccolta Borghese, ricompare solo nel 1833, quando è descritta negli elenchi fedecommissari come opera del "Brugolo", nome precisato da Giovanni Piancastelli (1891) con quello di Giovanni Brueghel detto dei Velluti.

Il primo a proporre il nome di Joachim Patinier fu Adolfo Venturi (1891), ipotesi scartata da Roberto Longhi (1928), che dal canto suo avvicinò il dipinto a un imitatore del pittore fiammingo, ma accettata senza alcuna riserva da Godefridus Hoogewerff (1926), Leo van Puyvelde (1950) e Paola della Pergola (1959). A riaccendere il dibattito attributivo - tuttora aperto - fu Robert A. Koch che nel 1968, rifiutando l'attribuzione proposta da Longhi, ritenne di non pubblicare il dipinto Borghese nella sua monografia su Patinier.

L'opera rappresenta un episodio biblico tratto dal Libro dei Re (13, 1-34) in cui si accenna di un profeta sbranato da un leone per non aver tenuto fede a un patto divino. Come narrato nella Bibbia, il corpo dell'uomo, dilaniato dal feroce animale, rimase attaccato a quello del suo fedele asino miracolosamente sopravvissuto all'aggressione.

Antonio Iommelli




Bibliografia
  • G. Piancastelli, Catalogo dei quadri della Galleria Borghese, in Archivio Galleria Borghese, 1891, p. 397;
  • A. Venturi, Il Museo e la Galleria Borghese, Roma 1893, p. 137;
  • G. J. Hoogewerff, Joachim Patenier in Italië, “Onze Kunst”, XLIII, 1926, pp. 22-24;
  • R. Longhi, Precisioni nelle Gallerie Italiane, I, La R. Galleria Borghese, Roma 1928, p. 200;
  • L. van Puyvelde, La Peinture Flamande à Rome, Bruxelles 1950, p. 84;
  • P. della Pergola, La Galleria Borghese. I Dipinti, II, Roma 1959, p. 180, n. 266;
  • R. Longhi, Saggi e ricerche 1925-28. Precisioni nelle gallerie italiane. La Galleria Borghese, Firenze 1967, p. 245;
  • R. Koch, Joachim Patinir, Princeton 1968;
  • K. Herrmann Fiore, Galleria Borghese Roma scopre un tesoro. Dalla pinacoteca ai depositi un museo che non ha più segreti, San Giuliano Milanese 2006, p. 85.