Galleria Borghese logo
Risultati della ricerca
X
Nessun risultato :(

Consigli per la tua ricerca:

  • I risultati del motore di ricerca si aggiornano istantaneamente non appena si modifica la chiave di ricerca.
  • Se hai inserito più di una parola, prova a semplificare la ricerca scrivendone solo una, in seguito si potranno aggiungere altre parole per filtrare i risultati.
  • Ometti parole con meno di 3 caratteri, ad esempio "il", "di", "la", perché non saranno incluse nella ricerca.
  • Non è necessario inserire accenti o maiuscole.
  • La ricerca di parole, anche se scritte parzialmente, includerà anche le diverse varianti esistenti in banca dati.
  • Se la tua ricerca non produce risultati, prova a scrivere solo i primi caratteri di una parola per vedere se esiste in banca dati.

Io

copia da Allegri Antonio detto Correggio

(Correggio 1489 ca - 1534)

Il dipinto, entrato in collezione Borghese assieme alla copia parziale della Leda di Berlino (inv. 122), è replica assai ridotta del quadro del Kunsthistorisches Museum di Vienna, quest'ultimo già parte della serie degli Amori di Giove realizzata dal Correggio per Federico II Gonzaga e da questi donata all'imperatore Carlo V in occasione della sua incoronazione a Bologna nel 1530.

Come si può ben notare, l'anonimo copista ha qui introdotto diversi varianti rispetto all'originale, ambientando l'incontro amoroso tra Io e Giove - quest'ultimo trasformatosi secondo il mito in una nuvola per possedere la ragazza - in un paesaggio.


Scheda tecnica

Inventario
128
Posizione
Datazione
XVII secolo
Tipologia
Periodo
Materia / Tecnica
olio su tela
Misure
cm 76 x 49
Cornice

Salvator Rosa cm 77 x 61 x 5,5

Provenienza

(?) Parigi, collezione Pierre Crozat, 1741 (Mariette 1741, p. 32, n. 102; M. Stuffman 1965 in Arch. Borgh. 407, pos. VII/I); Roma collezione Camillo Borghese, 1812 (Inv. 1812, p. 110); Roma, collezione Borghese, 1833 (Inventario Fidecommissario 1833, p. 25); Acquisto dello Stato, 1902.

Conservazione e Diagnostica
  • 1952 Augusto Cecconi Principi (pulitura e verniciatura);
  • 2008 Paola Mastropasqua (trattamento sulla tavola per spianare le deformazioni della tela, pulitura, verniciatura a pennello, stuccature, reintegrazioni pittoriche e verniciatura).

Scheda

La provenienza di questa teletta resta tuttora ignota. Infatti, nonostante il tentativo di identificarla assieme alla Leda con le due analoghe composizioni documentate nella raccolta settecentesca di Pierre Crozat (l'ipotesi è stata sostenuta da Margret Stuffmann in una lettera datata 1965, inviata alla Galleria), la critica ha da sempre preferito sorvolare su questa probabilissima ipotesi, forse pensando che la fortuna riscossa dagli originali ha fatto sì che nei secoli numerose repliche e varianti fossero presenti nelle più importanti quadrerie del mondo (cfr. Quintavalle 1970).

Se si esclude tale pista, non resta che ipotizzarne l'ingresso nella raccolta pinciana tra la fine del XVIII e i primi anni del XIX secolo, essendo il quadro praticamente assente in tutti gli inventari borghesiani sei-settecenteschi. È solo nel 1812, infatti, che la tela appare per la prima volta tra i beni della famiglia Borghese, descritta insieme alla Leda nella stanza detta 'delle Veneri' allestita presso uno degli ambienti del palazzo di Campo Marzio.

Come suggerito dalla critica (Della Pergola 1955; Herrmann Fiore 2006), è assai probabile che quest'opera sia stata eseguita da un ignoto copista nel XVII secolo, acquistata insieme alla Leda da Camillo Borghese forse per ricostruire idealmente la serie degli Amori di Giove, desiderio in parte coronato con l'acquisto nel 1827 dello straordinario autografo correggesco raffigurante Danae (inv. 125) già parte delle collezioni di Carlo V e - a partire dal 1598 - di Rodolfo II di Praga.

Antonio Iommelli




Bibliografia
  • J. P. Mariette, Catalogue des tableaux et bronzes de M. Crozat, Paris 1741 [ed. 1973], p. 32, n. 102;
  • G. Piancastelli, Catalogo dei quadri della Galleria Borghese, in Archivio Galleria Borghese, 1891, p. 84;
  • A. Venturi, II Museo e la Galleria Borghese, Roma 1893, p. 96;
  • R. Longhi, Precisioni nelle Gallerie Italiane, I, La R. Galleria Borghese, Roma 1928, p. 189;
  • P. della Pergola, La Galleria Borghese. I Dipinti, I, Roma 1955p. 26, n. 27;
  • R. Longhi, Saggi e ricerche 1925-28. Precisioni nelle gallerie italiane. La Galleria Borghese, Firenze 1967, p. 339;
  • E. Verheyen, Correggiův cyklus Amori di Giove, Umění 1968, p. 429-441, pp. 429-443;
  • K. M. Swoboda, Die Io und der Ganymed des Correggio in der Wiener Gemäldegalerie, in K.M. Swoboda, Kunst und Geschichte: Vorträge und Aufsätze, pp. 165-179, Wien 1969, p. 30;
  • A. C. Quintavalle, L’Opera Completa del Correggio, Milano 1970, p. 109;
  • E. R. Knauer, Zu Correggios Io und Ganymed, in “Zeitschrift für Kunstgeschichte”, XXXIII, 1970, pp. 61-67;
  • S. Staccioli, L'avventurosa storia delle Danae, in La Danae e la pioggia d'oro. Un capolavoro di Antonio Allegri detto il Correggio restaurato, Roma 1991, pp. 13-14;
  • K. Herrmann Fiore, Galleria Borghese Roma scopre un tesoro. Dalla pinacoteca ai depositi un museo che non ha più segreti, San Giuliano Milanese 2006, p. 44;
  • M. Minozzi, in Correggio e l’antico, catalogo della mostra (Roma, Galleria Borghese, 2008), a cura di A. Coliva, Milano 2008, pp. 62-63.