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Bracciale

Odiot Jean-Baptiste Claude

(Parigi, 1763-1850)

Appartenuto a Paolina Bonaparte, l’elegante bracciale in oro è decorato nel tipico stile “Retour d'Egypte”, nato in Europa all’inizio del XIX secolo in seguito alla diffusione di riproduzioni di geroglifici e reperti egiziani scoperti durante le campagne napoleoniche. La decorazione incisa, distribuita su due fasce sovrapposte, riproduce fedelmente triangoli, simbolici delle piramidi, geroglifici di diverse divinità e, nella decorazione centrale, una sfinge con indosso il nemés, il copricapo a righe del faraone e la sfera alata, simbolo del dio Ra. 

Si tratta di un gioiello molto raffinato, prodotto in una delle Maison parigine più celebri del tempo, quella che, sotto la direzione di Jean-Baptiste-Claude Odiot, creò per la famiglia imperiale francese e per altri altrettanto prestigiosi committenti, alcuni degli oggetti più eleganti e preziosi del tempo. 

I bolli impressi sulla chiusura di sicurezza del bracciale ne datano l’esecuzione al 1809. Non sappiamo se sia stato commissionato dalla stessa Paolina o se sia stato da lei ricevuto in dono, l’unica cosa certa è che appartiene all’ultima fase della sua esistenza, quando ormai, non più legata a Camillo Borghese, si ritirò nella residenza di Neully, vicino Parigi.


Scheda tecnica

Inventario
DCIII
Posizione
Datazione
1809
Tipologia
Periodo
Materia / Tecnica
oro - niellatura, incisione
Misure
cm 2x21
Provenienza
Eredi Borghese. Acquisto dello Stato, 2005.
Mostre
  • 2015 Roma, Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo

Scheda

Bracciale in oro con decorazione incisa distribuita su due fasce sovrapposte, comprese fra due sottili bordi dentellati. Sulla fascia superiore sono riprodotti i geroglifici di varie divinità, sulla inferiore vi sono triangoli decorati con rametti di tre gigli alternati a triangoli multipli, figure simboliche delle piramidi. Al centro presenta un elemento decorativo composto da una sfinge con indosso il nemés, il copricapo a righe del faraone, e zampe leonine in una cornice quadrata, sormontata da una sfera alata, simbolo del dio Ra, punteggiata da stelle.

Il gioiello, appartenuto a Paolina Bonaparte, sorella di Napoleone che nel 1803 aveva sposato Camillo Borghese, fu prodotto da Jean-Baptiste Claude Odiot, orafo parigino fornitore della famiglia imperiale, nel 1809. La datazione è indicata dalla presenza, sulla chiusura di sicurezza, di due bolli raffiguranti una testa d'aquila con il becco rivolto a sinistra, e di un bollo con una mano destra indicante verso sinistra: si tratta di bolli utilizzati nella regione parigina dal 1809 per garantire l’autenticità di quelli già apposti sulle opere d’oro e d’argento (Beuque 1962, vol. I, pp. 23, 77). Il punzone di Jean-Baptiste Claude Odiot, con le quattro iniziali del nome iscritte in una losanga, si trova anch’esso sulla chiusura di sicurezza (Frégnac 1965, p. 321, n. 351 Ih). La Maison Odiot, fondata nel 1690 da Jean-Baptiste-Gaspard Odiot, fu portata al suo massimo splendore da Jean-Baptiste-Claude, il quale produsse alcuni pezzi celebri quali il samovar della Banca di Francia, decorato con sfingi e teste di meduse, la culla per il re di Roma Napoleone II, nato nel 1811 (Vienna, Kunsthistorisches Museum) e l'arredamento completo per la toletta dell'Imperatrice Maria Luisa (1810), quest’ultimo noto solo attraverso disegni.

Il monile è realizzato nello stile "Retour d'Egypte", assai diffuso in Europa all’inizio del XIX secolo, che si caratterizzava per le eleganti citazioni ornamentali di elementi ispirati dai coevi ritrovamenti archeologici in Egitto. La conoscenza di questi ultimi, diffusa in tutta Europa dall’opera Voyage dans la Basse et la Haute Égypte, pendant les campagnes du général Bonaparte di Dominique Vivant Denon, pubblicata in più edizioni tra il 1802 e il 1810, diede vita a una passione per l’Egitto che pervase ogni ambito decorativo. Si trattò di una vera e propria moda: gli ideogrammi e simboli della cultura egiziana persero il significato simbolico originale, diventando citazioni ornamentali di grande fascino evocativo. Nel bracciale, i geroglifici, pur perfettamente trascritti, non comunicano alcun messaggio coerente, e la sfinge è trasformata in puro segno grafico decorativo (Costamagna 2005, p. 26).

Che si tratti di un omaggio galante o di un acquisto personale, il bracciale risale al periodo successivo al suo allontanamento da Roma, quando Paolina si stabilì nella residenza di Neully, vicino Parigi, dove condusse per alcuni anni la vita mondana che tanto amava.

Sonja Felici




Bibliografia
  • E. Beuque, Dictionnaire des poinçons officiels français & étrangers, anciens & modernes de leur création (XIVe siècle) à nos jours: platine, or & argent, Paris 1962, vol. I, pp. 23, 77.
  • C. Frégnac, Les Grands Orfèvres de Louis XIII à Charles X, Paris 1965, p. 321, n. 351 Ih.
  • O. Gaube du Gers, Jean-Baptiste-Claude Odiot (1763 - 1850), in Sotheby’s art at auction, 1987-88, London 1988, pp. 332-337.
  • G. Gorgone, Paolina Bonaparte principessa romana, in Villa Borghese. I principi, le arti, la città dal Settecento all’Ottocento, catalogo della mostra (Roma, Villa Poniatowski, 2003-2004) a cura di A. Campitelli, Ginevra 2003, pp. 37-41
  • A. Costamagna, La raffinatezza e il lusso: lo "stile" Borghese dal cardinale Scipione ai principi Camillo e Paolina in quattro piccoli "tesori" artistici, Roma 2005, pp. 23-27.
  • M. Minozzi, scheda in Lo stato dell’arte, l’arte dello stato: le acquisizioni del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo; colmare le lacune, ricucire la storia, catalogo della mostra (Roma, Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo, 2015), a cura di M.G. Bernardini, Roma 2015, p. 213, n. 67.
  • Scheda di catalogo 12/99000391, S. Felici 2020.