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Ara sepolcrale di Catilia Paolina

Arte romana


Nel XVI secolo l’ara è ricordata, ancora provvista di coperchio figurato, da Jan Gruter nel Campo Marzio, non lontano da Montecitorio. Nella seconda metà del Cinquecento si ritrova in un disegno di Giovanni Antonio Dosio che ne annota la collocazione “in casa di uno che sta presso all’Arco di Portogallo”, monumento che sorgeva sull’attuale via del Corso. Nel 1832, infine, il Nibby la attesta nel Portico della Villa Borghese, sua attuale sistemazione, priva della copertura rimossa per adattarla a base di statua.

La scultura, delimitata superiormente da un’articolata modanatura, presenta nella faccia anteriore una cornice piatta che inquadra la dedica funeraria dei figli L. Catilius Felix e Catilia Lucina alla madre e successivamente al padre Casinas e al marito della figlia Lucina, Critias.


Scheda tecnica

Inventario
XVIa
Posizione
Datazione
I-II secolo d.C.
Tipologia
Materia / Tecnica
marmo bianco
Misure
altezza cm 113; larghezza cm 73; profondità cm 49; altezza lettere cm 4
Provenienza

Dal Campo Marzio, quindi in una casa presso l’Arco di Portogallo, dove è disegnata, nella seconda metà del Cinquecento, da Giovanni Antonio Dosio, (Tedeschi Grisanti 1983, p. 87, n. C13, b); Collezione Borghese (citato per la prima volta nel Portico da Nibby, 1832, pp. 20-21, n. 8); Inventario Fidecommissario Borghese, 1833, C., p. 41, n. 1. Acquisto dello Stato, 1902.

Iscrizioni

M. /

Catiliae Paulinae /

Catilius Felix et /

Catilia Lucina /

matri optumae et /

Indulgentissimae. /

et Casinati /

Patri dulcissimo. /

item Critiae marito Lucina

Conservazione e Diagnostica
  • 1997 Giovanna Carla Mascetti
  • 2008 Consorzio Capitolino di Elisabetta Zatti ed Elisabetta Caracciolo

Scheda

L’ara, di forma parallelepipeda a base rettangolare, presenta un coronamento superiore costituito da un listello sporgente, sotto il quale è presente una gola diritta, seguita da un listello e da un tondino, distinto inferiormente da un ovolo liscio.  Nella base lo zoccolo è costituito da una gola diritta rovesciata, a cui segue un’alta fascia. Il dado centrale mostra sul lato anteriore un campo epigrafico inquadrato da un listello e da una gola rovescia. L’iscrizione su nove righe riporta in un primo momento la dedica da parte dei figli L. Catilius Felix e Catilia Lucina alla madre e successivamente al padre Casinas e al marito della figlia Lucina, Critias:

M. /

Catiliae Paulinae /

Catilius Felix et /

Catilia Lucina /

matri optumae et /

Indulgentissimae. /

et Casinati /

Patri dulcissimo. /

item Critiae marito Lucina

Sui fianchi è presente a rilievo l’urceus, un piccolo orcio, a sinistra e la patera umbilicata a destra.

Jan Gruter, nella prima metà del XVI, attesta l’ara nel campo Marzio, non lontano da Montecitorio. L’autore la ricorda sormontata dal coperchio, epitéma, in cui era raffigurata a basso rilievo un’aquila con un serpente tra gli artigli (Gruter 1602, p. DCCXXV, n. 6). La scultura si trova riprodotta, nella seconda metà del Cinquecento, in un disegno di Giovanni Antonio Dosio, conservato nella Biblioteca Nazionale di Firenze, con l’indicazione “in casa di uno che sta presso all’Arco di Portogallo” (Tedeschi Grisanti 1983, p. 87, n. C13, b). Il monumento, ubicato sull’antica via Lata, l’attuale via del Corso, venne demolito in occasione dell’ampliamento della strada nel 1662.

Successivamente l’opera giunse nella collezione Borghese; nel 1832 il Nibby la ricorda nella sua attuale sistemazione, nel Portico, priva della copertura figurata, probabilmente obliterata per l’adattamento a base di statua (Nibby 1832, pp. 20-21, n. 8). L’iscrizione risulta inserita nel Corpus Iscriptionum Latinarum (CIL, VI, 2, 14586).

Giulia Ciccarello




Bibliografia