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Erma barbata

Arte romana


La scultura può essere considerata una rielaborazione di età flavia di un prototipo di ispirazione  fidiaca e si può ascrivere al tipo Curtius C. L’erma raffigura una testa maschile con capigliatura morbida tenuta sul sommo da una piccola fascia, la tenia, e lunghi capelli che scendono sul dorso e sul petto in ciocche ondulate. Sopra la fronte, i ricci sono separati da una linea centrale, mentre i ciuffi che fuoriescono dalla benda arrivano a coprire le orecchie. La barba, divisa al centro in due bande, è ordinata in linee di riccioli terminanti in piccoli fori. 


Scheda tecnica

Inventario
VIC
Posizione
Datazione
I secolo d.C.
Tipologia
Materia / Tecnica
marmo pentelico
Misure
altezza con base cm 181; altezza senza base cm 150
Provenienza
Collezione Borghese, citata per la prima volta da Nibby (1832, p. 63); Inventario Fidecommissario Borghese, 1833, C., p.47, n. 82. Acquisto dello Stato, 1902.
Conservazione e Diagnostica
  • 1996-1998, L. Persichelli

Scheda

Sull’erma barbata i capelli, trattenuti in alto da una sottile tenia, partono dalla sommità a raggiera; sulla fronte si dividono in una scriminatura centrale e si dispongono davanti alle orecchie in piccoli riccioli morbidi, mentre lunghe ciocche ondulate scendono lungo le spalle e sul petto. La barba, separata verticalmente in due grandi bande, è composta da file di lunghi riccioli che terminano ad uncino alla base del collo con occhiello all’estremità. Il volto si presenta di forma piuttosto allungata, con zigomi alti e sporgenti, occhi ben delineati e sopracciglia arcuate. La bocca, chiusa e con labbro inferiore carnoso, è incorniciata da folti baffi che si ricongiungono alla barba. Il busto, di tipo arcaizzante, può essere ricondotto al prototipo di scuola fidiaca diffuso con diverse varianti nel V secolo a.C. e utilizzato nella rappresentazione di diverse divinità. Tale iconografia, che Ludwig Curtius inserisce nel tipo C della sua suddivisione, conta numerose repliche caratterizzate da lievi variazioni (Curtius 1931, p.58, n. 2). Un confronto per questa tipologia si può stabilire con una scultura rinvenuta in un ambiente della Villa degli Anici sulla via Latina (Vorster 1993, pp. 135-138, n. 59) mentre una rielaborazione del tipo C e del similare tipo B si ritrova accoppiata in un’erma bifronte proventiente dalla Villa dei Quintili (Krämer 2001, pp. 61-64).

La scultura Borghese è ricordata nelle pubblicazioni di Antonio Nibby, una prima volta nel 1832 presso la sala I e successivamente nel 1841 nella sua collocazione attuale, la sala II.

Dal punto di vista stilistico la resa tenue dei tratti del volto contrapposta al colorismo della barba e dei capelli suggerisce una datazione in epoca flavia.

      Giulia Ciccarello


Bibliografia
  • A.Nibby, Monumenti scelti della Villa Borghese, Roma 1832, p. 63. 
  • Indicazione delle opere antiche di scultura esistenti nel primo piano della Villa Borghese, Roma 1840, p. 13, n. 16.
  • A.Nibby, Roma nell’anno 1838, Roma 1841, p. 916, n. 16.
  • Indicazione delle opere antiche di scultura esistenti nel primo piano della Villa Borghese, Roma 1854 (1873), p. 16, n. 19.
  • A. Venturi, Il Museo e la Galleria Borghese, Roma 1893, p. 27.
  • G. Giusti, La Galerie Borghèse et la Ville Humbert Premier à Rome, Roma 1904, p. 24.
  • L. Curtius, Zeus und Hermes. Studien zur Geschichte ihr es Ideals und seiner Überlieferung, in “Mitteilungen des Deutschen Archaeologischen  Instituts. Roemischeabteilung. Erganzungsheft”, München 1931.
  • P. Della Pergola, La Galleria Borghese in Roma, (3° Edizione) Roma 1954, p. 10.
  • R. Calza, Catalogo del Gabinetto fotografico Nazionale, Galleria Borghese, Collezione degli oggetti antichi, Roma 1957, p. 7, n. 7.
  • P. Moreno, Museo e Galleria Borghese, La collezione archeologica, Roma 1980, p. 14.
  • P. Moreno, S. Staccioli, Le collezioni della Galleria Borghese, Milano 1981, p. 100, fig. a p. 85.
  • P. Moreno, C. Sforzini, I ministri del principe Camillo: cronaca della collezione Borghese di antichità dal 1807 al 1832, in “Scienze dell’Antichità”, 1, 1987, pp. 339-371, in part. p. 363.
  • C. Vorster, Vatikanische Museen. Museo Gregoriano Profano ex Lateranense. Katalog der Skulpturen, II, 1 Römische Skulpturen des späten Hellenismus und der Kaiser zeit, 1. Werkenach Vorlagen und Bildformeln des 5. und 4. Jahrhunderts v. Chr., Mainz am Rhein 1993.
  • E. Krämer, Hermen bärtiger Götter. Klassische Vorbilder und Formen der Rezeption, Paderborn 2001.
  • P. Moreno, C. Stefani, Galleria Borghese, Milano 2000, in part. p. 93, n. 18.
  • P. Moreno, A.Viacava, I marmi antichi della Galleria Borghese. La collezione archeologica di Camillo e Francesco Borghese, Roma 2003, pp. 177-178, n. 154.
  • Scheda di catalogo 12/00147845, P. Moreno 1976; aggiornamento G. Ciccarello 2020