Madonna and Child with The Infant Saint John the Baptist
(Pistoia 1503 - Naples post 1548)
Text not translated yetData la genericità del soggetto - una Madonna con Bambino e il piccolo Giovannino - risulta difficile identificare l'opera negli antichi inventari di casa Borghese. Riferito dalla critica al pittore pistoiese Leonardo Grazia, è stato da alcuni accostato ai modi di Perin del Vaga, al cui decorativismo rimandano effettivamente alcuni dettagli, come il particolare della sfinge alata raffigurata sotto il piede di Gesù.
Object details
Inventory
Location
Date
secondo quarto del XVI secolo
Classification
Period
Medium
Dimensions
Frame
Cornice Salvator Rosa (cm 116 x 94,5 x 8)
Provenance
Text not translated yetRoma, collezione Borghese, ante 1833 (Inventario Fidecommissario 1833, p. 38; Della Pergola 1959); Acquisto dello Stato, 1902.
Conservation and Diagnostic
- 1956 Alvaro Esposti (pulitura, piccole riprese di colore e verniciatura);
- 1996-97 Elena Zivieri, Guido Piervincenzi (consolidamento e risanamento del supporto; restauro completo del dipinto e della cornice)
- 2012 Paola Tollo (disinfestazione, consolidamento, pulitura e stuccaggio).
Commentary
La provenienza di questo dipinto è tuttora ignota. L'opera, infatti, è documentabile in collezione Borghese solo a partire dal 1833, elencata dall'autore del fidecommesso come "Sacra Famiglia, scuola di Raffaello" (Inv. Fid. 1833). Tuttavia è possibile, come suggerito da Paola della Pergola (1959), che la tavola fosse presente nella raccolta da molto tempo prima, impossibile però da identificare sia a causa della genericità della sua descrizione, sia per il soggetto abbastanza presente tra i dipinti della ricca quadreria.
Attribuita da Adolfo Venturi (1893) a un giovane Girolamo Siciolante da Sermoneta, questa Madonna fu avvicinata da Roberto Longhi (1928) a un seguace di Giulio Romano, nome scartato da Paola della Pergola (1959) che, per la nobiltà e la dolcezza di alcuni tratti, parlò di 'sfera di Perin del Vaga'. Il primo ad assegnare il dipinto al pittore pistoiese Leonardo Grazia fu Ferdinando Bologna (1959), riferimento accettato da gran parte della critica (Rotili 1972; Saverese 1980; Leone de Castris 1988; Id. 1996; Herrmann Fiore 2006; per un parere diverso cfr. Corso 2018), ad eccezione di Anna Bisceglia (1996), secondo cui la composizione e l'eleganza formale di certe soluzioni riconducono a Perin del Vaga.
Datata inizialmente intorno al quinto decennio del Cinquecento per alcune affinità con la Presentazione al Tempio di Monteoliveto (Napoli, Museo di Capodimonte; cfr. Bologna 1959), si propende attualmente a collocarla tra gli anni Venti e Trenta del XVI secolo (cfr. Leone de Castris 1988; Id. 2019), anni in cui Leonardo Grazia coniuga la maniera raffaellesca con il purismo disegnativo di un Siciolante da Sermoneta, rifacendosi smaccatamente a modelli raffaelleschi.
Una replica perduta del quadro Borghese con l'aggiunta della figura di Giuseppe è stata indicizzata nella Fototeca di Federico Zeri (scheda foto n. 37702; cfr. Corso 2018).
Antonio Iommelli
Bibliography
- G. Piancastelli, Catalogo dei quadri della Galleria Borghese, in Archivio Galleria Borghese, 1891, p. 313;
- A. Venturi, Il Museo e la Galleria Borghese, Roma 1893, p. 188;
- R. Longhi, Precisioni nelle Gallerie Italiane, I, La R. Galleria Borghese, Roma 1928, p. 215;
- F. Bologna, Rovinale Spagnolo e la pittura napoletana del Cinquecento, Napoli 1959, p. 74;
- P. della Pergola, La Galleria Borghese. I Dipinti, II, Roma 1959, pp. 109-110;
- M. Rotili, L’Arte del Cinquecento nel Regno di Napoli, Napoli 1972, p. 131;
- S. Savarese, La Toscana e le arti figurative nel Viceregno di Napoli, in Napoli nel Cinquecento e la Toscana dei Medici, a cura di A. Cirillo Mastrocinque, Napoli 1980, p. 176;
- P. Leone de Castris, La pittura del Cinquecento nell'Italia meridionale, in La Pittura in Italia. Il Cinquecento, Milano 1988, pp. 443, 487;
- A. Bisceglia, Esperienze artistiche fuori contesto: da Pistoia al Viceregno di Napoli, in Fra' Paolino e la pittura a Pistoia nel primo '500. L'età di Savonarola, catalogo della mostra (Pistoia, Palazzo Comunale, 1996), a cura di C. D'Afflitto, F. Falletti, A. Muzzi, Venezia 1996, p. 101;
- P. Leone de Castris, La pittura del Cinquecento a Napoli. 1540-1573. Fasto e devozione, Napoli 1996, pp. 86, 128 nota 12;
- A. G. De Marchi, in Pietra dipinta. Tesori nascosti del '500 e del '600 da una collezione privata milanese, catalogo della mostra (Milano, Palazzo Reale, 2000-2001), a cura di M. Bona Castellotti, Milano 2000, pp. 60-61, n. 24 (erroneamente citato col numero di inv. 378);
- R. Cannatà, Grazia, Leonardo, detto il Pistoia, in Dizionario Biografico degli Italiani, LVIII, 2002, ad vocem;
- K. Herrmann Fiore, Galleria Borghese Roma scopre un tesoro. Dalla pinacoteca ai depositi un museo che non ha più segreti, San Giuliano Milanese 2006, p. 128;
- A. G. De Marchi, a cura di, Daniele da Volterra e la prima pietra del 'Paragone', Roma 2014, p. 36 nota 11;
- M. Corso, Le opere e i giorni di Leonardo Grazia da Pistoia tra Lucca, Roma e Napoli, in "Proporzioni", I, 2018, pp. 49, 60 nota 13;
- P. Leone de Castris, Firenze a Napoli: echi e tracce della pitura toscana nell'arte napoletana di primi Cinquecento, in "Confronto", II, 2019, p. 82.