Il dipinto costituisce il pendant del San Paolo (inv. 37), attribuito per , per lo stile differente, a Girolamo Siciolante da Sermoneta (1521-80). La visione dal basso e la specularit delle le due figure, su sfondo dorato e con i piedi sulle nubi, induce a riconoscerle come parte di un unico complesso, ipotizzabile come gli sportelli di un organo, oppure come dei modelli per mosaici. L'attribuzione dell apostolo a Marco Pino, pittore senese legato alle correnti manieriste di Michelangelo e Raffaello concordemente accolta dalla critica. L'imponenza volumetrica delle forme, accentuata nello scorcio da sottins , va in particolare connessa a una fase stilistica collocabile intorno alla met del secolo, quando l'artista concluse le straordinarie esperienze romane in Castel Sant'Angelo e alla Trinit dei Monti. La mancanza di attributi ha portato al riconoscimento dei due apostoli unicamente per il loro aspetto fisico: anziano Pietro, con capelli e barba bianca, pi giovane Paolo, il cui foglio piegato nella mano allude alla scrittura delle sue Lettere. Il dipinto e il suo pendant appartenevano al patrimonio privato di Francesco e Giovan Battista Borghese, fratelli del futuro papa Paolo V, pi tardi menzionati nella collezione da Scannelli (Scannelli 1657).